sabato 23 febbraio 2013

Milano - Londra - Eorzea

Come il mondo sembra sapere Martedì scorso (19 Febbraio per googlatori futuri) ho preso il mio bell'aereo sono volato a Londra e poi son ritornato a casa. Nell'arco di 24 ore o come direbbe Bobo h24. La trasferta, il cui obiettivo era vedere, provare, intervistare Final Fantasy XIV può dirsi pienamente riuscita e anche se i MMORPG non sono esattamente il mio pane quotidiano sono abbastanza contento degli articoli prodotti.
La giornata era cominciata alle 6 del mattino con una folgorazione nella sala d'aspetto di Linate: un uomo assomigliava pericolosamente all'assistente universitario migliore del mondo, stesso volto smunto, allampanato, ma purtroppo/per fortuna si è trattato di un abbaglio. Urge caffè #1, anche tipo americano allungato con litri d'acqua!
L'imbarco sull'aereo è un momento memorabile di odio e sfregio ai costumi nazionali del popolo giapponese: una scolaresca con tanto di mascherine sulla bocca e volpino rosa scaldacollo si mette in fila ordinatamente com'è tradizione, ignari del losco figuro che dalla sinistra forma ugualmente un'altra fila seguito da alcuni suoi connazionali. I giapponesi si guardano attoniti e cercano di introdurre nel loro idioma la parola "sorpasso".
L'aereo era un volo British Airways e questo ha voluto dire almeno tre cose: le piastrelle vittoriane nella toilette dell'aereo, il panino al salame propinato come accompagnamento al momento caffè #2 (molto gradito dai giapponesi di cui sopra!) e il minimo spazio di manovra per le mie gambe che hanno rischiato di essere investite dal carrello porta vivande dell'hostess. L'incidente è stato risolto da un sorriso reciproco...
Un gentile autista, poi rivelatosi polacco, mi conduce agli uffici di Square Enix. Dimentico che gli inglesi guidano sul lato sbagliato cerco di infilarmi nella portiera di destra, ma anche qua un sorriso scongiura l'incidente diplomatico. C'è un italiano e un polacco che sorvolano la Road to Hell tra Heatrow e Wimbledon e penso quanto possano essere distanti le diverse popolazioni in termini culturali, salvo poi ricongiungersi parlano del tempo metereologico, Confrontiamo la zero nebbia alla partenza da Milano con la zero nebbia all'arrivo a Londra, poco importa se l'aereo ha ritardato proprio perchè millantava nebbia all'aereoporto di destinazione. Mi racconta che in Inghilterra al contrario del suo paese natio non esistono stagioni, la "scorsa Estate è stata solo nuvole e merda".
Entriamo in Wimbledon e sembra di essere in un paesino della campagna con case eleganti ma semplici, tanto legno, tanta paglia e giardini curati. Non è così siamo tipo dieci minuti dal centro della città, anche se forse io e lui intendiamo due concetti differenti di centro cittadino. Poi il simpatico autista s'interroga: "le case alla mia destra costano poco, quelle alla mia sinistra costano molto di più. Non ho ancora capito perchè più sono vecchie, più costano".
Mi lascia in un locale a metà tra una lavanderia aziendale e un parcheggio sotterraneo, scendo dalla macchina e assaporo pochi minuti di libertà. I minuti si moltiplicano quando fantomatici lavori in corso che coinvolgono una donna e un uomo ingabbiato (per la cronaca appartenenti a due nazionalità diverse) bloccano l'ingresso principale e mi invitano a girare angoli e seguire frecce. Trova l'entrata e fra me penso che in Italia sarebbe stata molto più divertente scovarla.
Ok, ci sono. Sono a destinazione e qualche minuto dopo si parte con il solito tran tran. Presentazione ppt del producer, hands-on e mentre si gioca il balletto delle interviste a Naoki Yoshida. Peccato solo che un'ora dopo sono ancora lì su quella sedia ad ascoltare di quanto sia figo passare dall'inchino al passo di danza con il proprio avatar controllato via gamepad. L'hands-on è frenetico anche perchè consumato su una tastiera differente da quelle in uso molto più a Sud e mentre mi dilungo nell'affettare funghi antropormi e scoiattoli mi dimentico persino di mangiare.
Fortuna che nella sala accanto c'è un po' di sushi pesce extra-large che fatica ad avvolgere una palletta di riso da un kilo e panini con condimento a sorpresa. Tutti gli ingredienti  sono tenuto insieme da una salsa di verdure che non mi azzarderei mai a chiedere la ricetta allo chef.
L'intervista a Yoshida è una valida chiacchierata sul gioco, ma un disastro sul fronte tecnologico poiché l'app che uso per registrare compensa l'ottima qualità con l'asciugare ogni mega libero sulla scheda SD. E avendo un paio di podcast su di essa ci ha messo davvero poco. Si riesce a rimediare e registrare il resto con una telecamerina.
Anche qui, registrando a 1080p il file uscirà di 1 Giga, lo spazio necessario per raccogliere i cinque minuti di dichiarazione d'amore sui Chocobo.
45 minuti sono su un taxi diretto all'aeroporto insieme a un giornalista della terra di Babbo Natale e un altro crucco che proprio non ha voglia di fare conversazione. Il volo di ritorno è mediamente tranquillo, condotto tra businessmen, musicanti, caffè #3 e un paio di graziose fanciulle nei sedili attorno ai miei :P

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