venerdì 25 marzo 2011

Il Papap'occhio

Quel Pap'Occhio di trent'anni fa, produzione cinematografica scritta, diretta e musicata da Renzo Arbore. Protagonisti i protagonisti de l'Altra Domenica, ovverosia Benigni, la Isabella Rossellini, le Sorelle Bandiera, Abatantuono, eccetera.
Un film poco commedia (all') italiana, sospeso tra la satira e la follia trash. Cosa succederebbe se il Vaticano decidesse di aprire una propria tivvù e la inaugurasse con un grande show comico?
cose tipo la poesia Innaffiami scritta da una tipo Loredana, ingioiellata e cotonatissima starlette anni '80, che fa più o meno così:

Innaffiami

Amor quando di hai amato un fiore m'é sbocciato
quando sei partito il fiore s'é appassito
perchè non torni ancor
a stringermi sul cuor
innaffiami
innaffiami
per non farmi appassire
col tuo innaffiatoio perché sennó io muoio

o il versus Marx e Dio nel giorno del giudizio universale nel monologo di Benigni:


giovedì 17 marzo 2011

Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme

Delle polemiche al dìm di festa se ne fa di sicuro a meno. Delle pene e dell'ipocrisia di chi questa giornata proprio non la vuole, di chi sputa e irride il paese più bello del mondo.
Non si fa della politica il 17 Marzo, tutt'al più della retorica. Convenzionale e boriosa quanto si vuole, ma ogni tanto aggrapparsi agli autentici valori risorgimentali, laici ed unitari, stimola la coesione e il senso di pacifica cooperazione.
E di prove questa Italia ne ha affrontate parecchie e non staremo certo qui ad elencarle: ci sono stati momenti tristi e momenti di gioia, sapientemente distribuiti dall'Eterno all'atto di fissare l'inizio della Storia della Penisola Unita e dire ci rivediamo tra cinquanta, cento, centocinquanta, cinquecento, mille anni. La palpabile euforia di un progetto monumentale, culturalmente forse ancora da compiersi, un progetto osteggiato da quei porci che avevano fatto dalle Alpi alla Sicilia il proprio porcile, da quelli che definivano l'Italia come "una espressione geografica" e basta.

Garibaldi a Palermo di Giovanni Fattori (1860-1862)

14 Marzo 1861 è la Proclamazione del Regno d'Italia, tre giorni più tardi Vittorio Emanuele II sarà incoronato Re d'Italia. Un paio di settimane più tardi si riunirà il nuovo Parlamento, che darà la fiducia al primo esecutivo dell'Italia Unita: lo guiderà Camillo Benso Conte di Cavour. Morirà nel Giugno dello stesso anno e al suo posto giungerà il toscano Ricasoli.
C'è chi dice comunque che l'italia nacque il 26 Ottobre 1860 a Teano, paesello del Casertano, in cui Giuseppe Garibaldi consegnò al Re Di Sardegna Vittorio Emanuele II il Regno Borbonico. Altri tempi, altra politica, altra nobiltà.
Sulla Storia del Risorgimento si è fatto tanto ma tanto revisionismo, si è detto dell'intromissione della massoneria (ma va), delle ruberie di Garibaldi e del suo luogotenente Bixio, di quei plebisciti-burletta (come ebbe a denominarli Montanelli) di Toscana, Marche e Lazio, del Risorgimento imposto dall'alto. Tsk, tutte fandonie. si discute di minuzie per nascondere il fatto storico, chiaro e indiscutibile, di una Nazione che fino al giorno prima era solo un coacervo di staterelli, schiavi delle potenze europee, e da quel giorno ha iniziato a intravedere un futuro luminoso. Lo ha inseguito con la schiena chinata, ma mai ha dimenticato di volgere gli occhi al cielo.
Quel giorno che non ci siamo detti addio, ma ciao.

da Garibaldi di Andrea Paggiaro (2010)

martedì 15 marzo 2011

Emorragia 3D(S)

Un Alcatraz inverosimile tra alberelli e panchine rosso tramonto ha ospitato l'evento di lancio meneghino di Nintendo 3DS. Pieno zeppo di postazioni per gioco, invaso da appassionati pronti a discettare sulla genealogia di Kid Icarus e c'era pure il classico finocchietto di derivazione mtvana.
Un catering risicato ma molte belle figliole. Una Pepsi perchè se assumi alcolici poi col cavolo che concludi con successo il percorso metro+treno+automobile.
Ai giochi ora: Steel Diver è buono, si dai, interessante il giroscopio e le meccaniche si presumono divertenti. Nintendogs + cats era in versione demo, in giapponese, con un neko e un inu a guardarsi in cagnesco (ehr...), giochicchiare con un boomerang. Fatti più in là, voglio il fungo!
Crei un Mii, spari a qualche bersaglio fuoriuscito da una carta coll'ottuagenario logo "?" e ti rompi le balle. Ti volti ed ecco Dead or Alive Dimension, ben fatto, ma la demo era settata a una difficoltà a prova di imbecille. Di nuovo, Ocarina of Time in meravigliose tessiture: giri un attimo il Kokiri Village, sogni per qualche secondo e saluti l'eroe in verde. Infine il Kid Icarus Uprising in versione blastatoria a scorrimento. E questo fila, ma, forse non lo ho detto, tutti i 3DS avevano i pennini bloccati, della serie me ne porto a casa uno essì. Quindi gran parte dei giochi li hai testati in versione iPhone con le tue ditone che appena prima si erano sbavate diversi centimetri cubi di focaccia alle olive e/o ai pomodorini. Nintendo tiè!
Sul 3d si dicono peste e corna: per quanto lo schermo sia di dimensioni sufficienti affinchè una persona incollata a chi gioca possa ugualmente fruirne, in realtà la dinamica di poco cambia rispetto alla visione in due dimensioni e solo in certi frangenti o con certi giochi (più sapienti) si notano gradevoli effetti. Effetti di pochi secondi, nulla di più.


domenica 13 marzo 2011

Il cellulare che (non) ci meritiamo

Che goduria scrivere la parola fine al restyling mobiletelecomunicativo.
Il punto di partenza era ben documentato a queste latitudini un paio di mesetti fa.
E da allora chi sta da questa parte si è messo in moto verso due importanti direttrici:
- fase uno. Proprio nel mentre che tu ti appropinqui a rinnovare la fedeltà a Nokia, Nokia ti volta le spalle e se ne va con gli americani di Microsoft. Vatti a fidare di questi scandinavi saunisti, babbonatalisti, welfaristi e pure un pochino gai.
Costo dell'operazione? Microsoft regala a Nokia un miliardo di rubli sottratti a Vorkuta nei primi sessanta (la vera storia raccontata in Call of Duty Black Ops. Che non è la pezzente fantapolitica di Homefront, l'unico gioco la cui longevità è inversamente proporzionale al tempo impiegato per pronunziarne il nome) per piazzare sui futuri nokiafonini il sistema operativo Windows Phone 7 o forse si chiama Windows Mobile 7. Il sette di sicuro c'è.
Anche perchè Symbiam è in caduta libera e te lo ha detto un ometto tozzo di Sony Ericcson.
Ma, eceunma, da tale operazione vanno sottratti euro 299, ovverosia l'ammontare della cifra di un esemplare di Nokia c-6. Quello che sarebbe finito nelle tasche del sottoscritto se non bla bla bla.
La scelta quindi è dell'Optimus One di LG. Smartphone di fascia bassina con Android 2.2, schermo capacitivo e qualche infinocchiata caratteristica che potete pure andarvi a leggere sul sito ufficiale dei jappici. E stavolta pure non lo linko.
Tant'è che aldilà di un wi-fi sempre prossimo al collasso, di uno schermo poco sensibile allo sfioro e di adesivi inferiori prossimi al distacco, l'lgfonino è più che buono. Per quel che costa e per quel che ci devi fare: cazzeggiare su feisbuc e giocare a Game Dev Story.
- fase due. Non è che capisci molto quello che ti ha chiesto. Non ne capisci proprio un cazzo. E' carina, per questo non capisci un cazzo, ma questo la tua accompagnatrice di quella mattina non lo deve sapere. Un centro Vodafone dalle parti di Cordusio, il tanto sospirato atto di abbandono dell'operatore Tim e dell'abbraccio dell'arcigno nemico. L'ultimo atto di una pressione lobbystica degna dell'antitrust.
Di per sè la portabilità da Tim a Vodafone non è così snervante, se non fosse che nell'atto di bloccare la sim tu non reperisci più il codice puk e sfanculi l'assetto attuale della telefonia mobile mondiale in una notte di mezzo febbraio. Grazie al cielo ti è bastato inserire la sim vodafone gentilmente offerta, utilizzare quel codice puk in simbiosi con il vecchio numero per andare liscio come l'olio. Ma frattanto l'intero emisfero boreale che per comodità chiameremo la tua rubrica contatti già aveva salvato il nuovo numero.
Segue riconferma del vecchio 339 blablabla e forse la tanto sospirata pace dei sensi. O almeno così si spera.

lunedì 7 marzo 2011

Ape escape and enslaved

I dubbi comunque permangono. Non è che il quadro generale li elimini.
Sezioni platform radiocomandate. Sistema di combattimento teleguidato. Impianto esplorativo da gen passata.
Enslaved non è un gioco maturo, non ha le pretese delle cosidette KA (e difatti il riscontro al botteghino è stato infelice) eppure possiede un intreccio tra narrazione e gameplay di prim'ordine, un magistrale tessuto descrittivo che lega in maniera simbiotica la sconnessa realtà urbana post-apocalittica (alla - e ti vergogni di dirlo - Io sono Leggenda) con l'indispensabile cooperazione tra il protagonista Monkey (dietro al quale stava Andy Serkis, nella fascinosa tuta da motion capture che fu del Gollum de Il Signore degli Anelli) che fa la scimmia e la fragile Trip (capelli rossi occhi azzurri) che fa la zoccola.

La donna(ccia) qui in primo piano, colei che ci ha schiavizzato, non sta entrando in scivolata sulle caviglie, bensì sta aggirando l'angolo in cementufo per nascondersi e fuggire. La vigliacca!

Diciamo però che il gioco di Ninja Theory (gli stessi di Heavenly Sword e sotto falso nome di quella perla powerstoniana di Kung Fu Chaos) fatica non poco a sprigionare i propri meriti e forse li presenta veramente solo negli ultimi tre capitoli ( o comunque quando interviene un terzo incomodo): sarà solo allora che combattimenti, sezioni platform (rese più toste da fiamme che sbucano dalle pareti a intermittenza. Potevano proporre arrangiamenti simili qualche stage più dietro) e narrazione si incateneranno in un loop davvero godibile, e sopratutto divertente ed esaltante.
Senza fare spoiler di sorta il boss finale veiene giù piuttosto facilmente, ma il combattimento vi chiede di compiere una varietà d'azioni mai precedentemente saggiata.
Sul lato grafico Enslaved si dimostra caparbio: forte dell'Unreal Engine 3 si prodiga in virtuosismi poligonali di ottima fattura, ricorrendo solo in sporadiche occasioni alla CG. Lo splendore dei fondali a nostro avviso non viene sottolineato abbastanza e solo nelle parti finali gli sviluppatori si impegnano per determinare un forte contrasto tra la natura verdeggiante e rigogliosa contro gli ammassi industriali di una guerra di tanto tempo fa.

La zoccola di prima ora sembra terrorizzata. Cliccando sui suoi occhioni sgranati ascolterete un brano orchestrato tratto dal videogioco. Si chiama Redemption, che vince il premio come parola più utilizzata in un'opera interattiva.