giovedì 29 dicembre 2011

Il mio migliore del 2011

I 100, 10, 5+1, 1, 0, 100000 pullulano di questi tempi sulle nostre adorate fonti d'informazione. Classificando i momenti salienti dell'anno appena trascorso, premiando quei personaggi che si sono distinti negli ultimi dodici mesi.
Proviamo a fare a questo giro una cosa più personale, dando significato ai 365 giorni giustappunto trascorsi. E dando fondo anzitutto all'invettiva nel creare qualche categoria ad hoc. Beh, dai giochiamo...

Il più trascurato...

Ma tu, mio adorato blog, con soli trentaquattro post più questo trentacinque contro il gargantuesco numero di centocinque dell'anno passato. Un negativo paragonabile a molte variabili economiche coeve italiote...
Proposito del 2012 scrivere più spesso a queste latitudini, ma senz'altro è impresa difficile visti quei periodi in cui arrivi saturo mentalmente (l'avverbio intellettualmente immagino sia eccessivo...).

Miglior imitazione di Marchionne

Non voglio che mi si dica grazie, ma nemmeno che mi si facciano gli scherzi. Italia al dodicesimo posto per produzione industriale, primo posto per scherzi della FIOM.
E così via così discorrendo per l'imprenditore più discusso dell'anno, imitato dal comico genovese Maurizio Crozza!

Miglior neologismo ispirato da Super Smash Bros Brawl

Il picchiaduro con tutti i personaggi Nintendo è appuntamento fisso di qualche sgallettato qualche Venerdì sera. Con esso gli improperi più fantasiosi, derivati da attacchi o morti premature impreviste e/o esplosive, ma senza scomodare i Santi miraccomando!!
Piuttosto il vincitore della categoria per l'anno 2011 è il "ficazzo" del sottoscritto: nonostante si presenti come contrazione, esso espande a dismisura la forza imprecativa dei due termini a seguito di una combo da due attacchi abbastanza devastante! Na batosta...

La miglior scritta da toilette

Chi mi conosce bene sa quanto adori i cartelli appiccicati nei servizi igienici per esortare gli impellenti ad indirizzare adeguatamente il getto. Ovviamente rimandi destinati alla sola utenza maschile, che le donne centrano sempre il buco ma impiegano tempi biblici che si trasformano in code di non trascurabile lunghezza (dubbio: ma non si lamentano nè spazientiscono?).
Sono due le frasi tra cui proprio non mi so decidere, per cui le riporto entrambi. Vista la ridotta capacità comprensiva dell'uomo unita alla necessità di concentrarsi sul getto più che sulla scritta, tali cartelli d'esortazione spesso sono dei piccoli poemi ingiustamente celati ai professoroni di lettere. Il primo, dalle parti di Mantova: "Questo buco misterioso serve per pisciarci dentro" con tanto di parole a caratteri diversi, colori diversi e pure evidenziate!. Il secondo, un cinema di Gallarate: "La nostra mira è un bagno pulito/la vostra mira può aiutarci molto". Notare lo stile più forbito e la forte figura retorica cheavràancheunnome machiseloricorda! A pensarci bene quest'ultima è più geniale. Promossa sul campo!

Miglior social network

Che risponde al nome di Gùgol Plus. Che macina numeri magri in confronto allo strapotente Facebook, ma sospinto dalle mirabolanti finanze di Gùgol forse ce la farà nel duemiladodici. C'ha Angry Birdz, c'ha lo scazzo del Caricamento istantaneo delle foto da smartphone, c'ha le cerchie. Che forse sono una puttanata, ma senz'altro possono tornare utili a certi illustri personaggi della Storia. Tipo un fiorentino del duecento-trecento...


Miglior cortometraggio patrocinato dalla provincia di Morbegno

Dalla sacra terra del Bitto giunge a grandi falcate il video youtube più genialoso dell'anno appena trascorso. L'ultimo dei Padani. Satira politica di sopraffina attualità, con i momenti più divertenti nella compilation di schiaffi iniziali e la salace lettura conclusiva.
Da vedere, pena l'evirazione!

Miglior articolo (anche se di stampa comunista...)

Anche se scritto nel 2010. Ma era nel Dicembre quindi così così e poi proprio in questi giorni giorni è quantomai d'attualità. Arriva Kim, il baby dittatore di Lorenzo Amirani in diretta da Pyongyang per L'Espresso è tutto da leggere, giusto per prendere contatto reale con la tristezza delle dittature, dei punti più biechi raggiungibili dall'animo umano. Di tutto il marcio voluto in Nord Corea!
Non mi prosto al passaggio di una simile divinità, nè piango per la sua morte. Spero solo che il figlio designato, dalla biografia scritta per l'occasione dal Ministero della Verità, sia meno scemo del padre e del nonno. Tutto qua!

Miglior saga videoludica con una palletta rosa

Ebbene sì, da maniacale dei platfrom game non potevi prima o poi venire a patti con la serie Kirby. L'aspirapolvere che si chiama come un noto fumettista americano è rosa, tondeggiante, vola, vola, vola, vola (vedi Super Smash Bros Brawl, cioè sopra), ha pretese da aspiratutto. Ma non si droga!
Nel corso dell'anno hai giocato più o meno contemporaneamente alcuni titoli recenti come il Canvas Course per Nintendo DS, l'Epic Yarn per Wii e il remake del capostipite per GBA. Ora si da la caccia alle cartuccione SNES dei vari Dreamland e se ci gira pure i da poco usciti Mouse Attack per DS e Return in Dreamland sempre per Wii. Peccato solo che la difficoltà media sia da ottenni, con alcune punte piacevoli ma sporadiche del tattile Canvas Course.
Può essere che abbia fatto confusione con i titoli X-D

Miglior disegno protagonista 

Sembra proprio che gli elefanti innamorati tu non sappia disegnarli. Che sopratutto le orecchie di elefante è un tipo di carne impanata non due antenne paraboliche. In compenso sei bravo a fare gli aereoplanini di carta, anche se poi faticano a volare.
Ma il disegno della nuova Italia eolica e rinnovabile uscita dal referendum anti-nucleare non lo batte nessuno!

Miglior videogioco sulle speculazioni edilizie

Uno spoiler abbastanza consistente da LA Noire, la massiccia produzione Rockstar è meno scintillante del Red Dead Redemption, con una percentuale maggiore di inutilità free roaming e soluzioni di gameplay assai critiche. Ha buoni spunti, ma poteva assurgere a valori produttivi ben più elevati visto il cash che ci stava dietro e il lustro di lavorazione (annunciato diversi anni fa addirittura come esclusiva PS3 per ripagare l'utenza Sony del multipiattaformismo di GTA IV!!!).
Il titolo della categoria racconta l'ambiente dentro il quale si muove il detective Cole Phelps nell'ultimo atto. Un tema assolutamente affascinante per un videogioco...

Miglior fumetto del secolo scorso

Lo sapete, che mica sei tanto attuale. Leggi, giochi, ascolti, (pensi), con un certo ritardo rispetto all'anno di riferimento. Tant'è che altre categorie di questa classifica pullulano di riferimenti antecedenti all'undicesimo anno del nuovo secolo/millennio.
Eleggendo il miglior fumetto però si indietreggia di parecchio: se l'anno venturo poteva essere il Watchmen di Moore, quest'anno è l'intera epopea de Le avventure di Tintin ad assurgere a questo onore. Non è la solita pallosa bande dessiné, ma un concentrato assolutamente turbinoso di ironia, paesaggi affascinanti e storie mozzafiato. Personaggi come il Capitano Haddock o il Professor Girasole sono totalmente fuori di testa già da soli, figurarsi nelle storie in coppia con il primo che si incaponisce e il secondo a guardarlo da pesce lesso. Sono in tutto ventiquattro storie di una certa complessità, raccolte di recente in otto apprezzabili volumi. Lettura molto consigliata!
Il recente film di Spielberg Il segreto dell'Unicorno, atteso e carezzato a lungo, risulta ugualmente ottimo anche se pastrocchia con la storia originale.

La foto dalla gestazione più avvincente

Ok, molti forse la avranno già vista nei luoghi virtuali più disparati, ma in pochi conoscono davvero la realtà dei fatti.
Los Angeles, Giugno, nemmeno troppo caldo. Electronic Entertainment Expo. Hai appuntamento per incontrare il game designer Katsuhiro Harada, da tempo immemore paparuccio della serie Tekken. Dopo un'oretta di anticamera (il figuro stava pranzando!) trascorsa scrivendo l'anteprima di Metal Gear Solid 3D appollaiato su un centimetro di moquette, busso alla porta e trangugiando l'ultimo maccherone mi concedono udienza.
Intervista normalissima, condotta parlando di giochi appena appena annunciati dei quali non si poteva sapere praticamente nulla per ragioni di corporate, chiedo ad Harada una normalissima fotografia. Mi affianco a questo palestratissimo tappetto, mentre il traduttore biondiccio scattava la foto: faccio per stringergli la mano, ma eccolo assumere la posa tekkeniana dell'avambraccio in su e pugno chiuso alla "grab your nuts". In extremis riesco ad assumere una stance analoga, ma il dettaglio della bocca sfigurata e quella maglietta giallina stropicciata immortaleranno in eterno la foto dalla gestazione più avvincente dell'anno 2011.

Piùbel film d'animazione (anche se uscito nel 2010)

Di film in fin dei conti ne hai visti non pochi, ragion per cui non se ne può scegliere uno, ma uno d'animazione senz'altro. E' L'illusioniste del francese Sylvain Chomet di cui avevamo già raccontato su queste pagine. E' un mirabile esempio di animazione classica con pochi ma saggi elementi al computer: la storia di un illusionista sopraffatto dalle mode musicali e cinematografiche, ma connotato da una forza di volontà enorme. Se da una parte va male, è giunto il momento di partire e cercare fortuna altrove: c'è chi passa tutta la vita a lamentarsi e chi si rimbocca le mani. Anche per quello scontento...

Piùbel film vero (anche se uscito nel 2010)

Dall'altra parte la pellicola con attori reali è The social network di David Fincher. La regia da thriller si sposa più o meno gradevolmente alla nascita del fenomeno internautico Facebook. La faccia da stronzo di Zuckerberg e le cause legali per il possesso dell'idea suggellano una storia decisamente americana: la volontà di trovare investitori avendo in pugno solo un'idea, l'ambizione di portare fino in fondo il proprio progetto, le fresche risorse di gioventù.
Se l'America è terra di contraddizioni, di notevoli gap culturali e sociali, è anche vero che è uno dei pochi paesi capaci di investire sulle ambizioni più che sulla concretezza. The social network esprime proprio questo messaggio!

Le personalità che più ci mancheranno

Morti illustri del 2011. Il campione sportivo riccio e sorridente Marco Simoncelli. Il genio tontolone Steve Jobs. Il più importante imprenditore del fumetto italiano Sergio Bonelli. Il giornalista dalla sensuale prosa militante Giorgio Bocca. L'istrionico umorista Carlo Peroni (che negli ultimi tempi, tra una tavola e l'altra, tra un sito internet e l'altro, si dilettava con qualche social games!).
Non ci mancheranno per niente Osama Bin Laden, Kim Jong-Il e Gheddafi!

L'aereoporto più merdoso del pianeta

E' uno e uno solo. Lo Charles de Gaulle di Parigi. Sotto la volta trasparente, dentro gli ampi stanzoni si cela un ginepraio di terminal distanti anni luce l'uno dall'altro, lunghissime file di controllo passaporti e persone che parlano francese. Ci sei passato due volte nel solo 2011, la prima con sette o giù di lì ore d'attesa e solo 15 minuti di wi-fi gratuito, la seconda perdendo coincidenza e pure bagaglio!
Saluto il 2012 con la viva speranza di non metterci più piede, quantomeno come scalo intermedio!!

La serie tv più diversa da Walking Dead possibile

Vista la categoria l'ancora in corso Hell on Wheels della AMC (lo stesso network che trasmette Walking Dead) non può vincere, ragion per cui si disputano l'alloro Spartacus Blood and Sand e Game of Thrones. La prima è decisamente scoppiettante, tant'è che non vedo l'ora della premiere della terza stagione Vengeance a fine Gennaio, ma la seconda presenta un fantasy eccezionale, messo in piedi dal cast HBO in cui gli intrighi politici hanno molto più valore delle scaramucce belliche. Il cliffhanger finale lascia ben sperare sulla prosecuzione con una seconda stagione l'Aprile venturo.

Il libro più corto

...che quindi sei riuscito a leggere ed è il divorato La ragazza dello Sputnik di Haruki Murakami. La prosa a metà tra il sentimentalismo e il tocco noir/thriller dell'autore nipponico racconta di un triangolo amoroso lui lei lei indubbiamente complesso, con un epilogo tutt'altro che ordinario e scontato. I tre protagonisti sono incatenati tra loro, i loro destini intrecciati, ma proprio come lo Sputnik in orbita attorno alla Terra senza mai incontrarla direttamente quei tre sono attratti reciprocamente ma incapci di stringere legami tali da annichilire il campo gravitazionale.

L'applicazione più uebduepuntozero

Non c'è bisogno di farlo per mestiere per immaginare che il 2012 sarà l'anno in cui il cloud computing diverrà preponderante. Ma già nell'integrazione tra smartphone-tablet-desktop si avvicenda un futuro in cui tutte le nostre informazioni staranno su server accessibili da qualsiasi device. Ora come ora posso visualizzare le mie Playlist di Youtube sul computer, sul mio LG Optimus One, sul Samsung Galaxy Tab, volendo anche dal netbook Acer con cui sto scrivendo questo post, dal pc dell'Università (connessione permettendo), dalla televisione di casa se Smart TV, altrimenti attraverso la nuova applicazione per Xbox 360.
Vince la categoria, però, Evernote. Più che un blocco per appunti, grazie ad Evernote si possono raccogliere come foto-memo vocali-parole i pensieri che ci colgono mentre passeggiamo, affidarli all'applicazione mobile, che provvederà a sincronizzarla con il server e permetterci una volta tornati a casa di elaborare come meglio si crede gli appunti presi per strada. Vale anche il viceversa, appuntando indirizzi, orari di negozi, prezzi del biglietto ferroviario. Mai più senza!

Il politico più bollito

Per forza lui, il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, un campione di risate che ha capito troppo tardi che gli italiani alle sue barzellette non ridevano più. Lascia in eredità un partito di centrodestra ancora immaturo.

I maggiori contribuenti a questa top ten

Tenendo conto delle infime quotazioni che arrivano da Google, è ben possibile che quanti leggeranno codesto scritto provengano da canali direttamente legati al sottoscritto. Tipo feisbuc.
Vorrà dire quindi che forse vi ritroverete protagonisti, ispiratori, antagonisti in qualche categoria. Affianco a chi scrive avrete condiviso momenti importanti e momenti del cazzo di quest'anno giustappunto trascorso. Mi avrete senz'altro sopportato e chissà che magari magari non avrete raccolto qualcosina da quanto fuoriuscito dalle mie labbra.
Sharing è l'imperativo! Buon 2012 a tutti voi!

domenica 13 novembre 2011

Dismission...

L'atto estremamente formale di salire al Colle e rassegnare le dimissioni l'Italia repubblicana lo conosce benissimo. La cosidetta Prima Repubblica ha visto un'infinità di governi nell'arco delle varie legislature di breve se non insignificante durata, un anno di media.
La seconda repubblica ha comunque familiarizzato con la cosa seppure ne abbia ridotto la frequenza rendendo addirittura possibile un governo longevo tanto quanto un Parlamento (Berlusconi II). Premessa istituzionale d'obbligo dinnanzi alla resa (chiamamola pure senza ironia "passo indietro") di Berlusconi, salutata con festa, giubilo e pure qualche cretineria tipica dei party più sfegatati. Manifestazioni di piazza non troppo diverse dalla caduta parlamentare di Romano Prodi tre anni fa, e può essere che chi esultava all'inefficienza e al giochetto parlamentare alla base dell'ultima coalizione di sinistra vincente si ritrovi in queste giornate cariche di tensione a benedire un "vai a casa". Le telecronache in diretta televisiva somigliavano pericolosamente a quelle di Caressa e soci.
Prodi era una cosa, Berlusconi - si perdoni professore - tutt'altra: l'abbandono della carica di Presidente del Consiglio si carica di un'importanza simbolica, andando a sancire la fine dell'Età berlusconiana, come riporteranno i futuri libri di Storia. Come dovrebbero chiamarla in ossequio alle analogie giolittiane. Un quindicennio dominato nel bene nel male dalla figura di un politico a suo modo atipico, allergico a gran parte delle regole della vecchia politica, capace di portare senz'altro rinnovamento all'establishment politico del Bel Paese dando origine ad una grande forza di destra quale il PDL. Di ombre ce ne sono molte ugualmente: la parentela con la Lega, la persistente retorica anticomunista e antigiudiziaria, il chiacchiericcio attorno al conflitto d'interessi, scandali, siluramenti, licenziamenti.
Ma in questo momento non si vuole nè incensare nè affossare la figura di Berlusconi, il cui peso politico (anche da dietro le quinte) è ben lungi dall'estinguersi, quanto piuttosto stimare la tenuta politica dell'Italia.
Napolitano che all'epoca della sfiducia a Prodi preferì rimandare gli italiani al voto, in questo caso preferisce piuttosto la soluzione di un nuovo governo (la cui definizione, vedremo, è ardita) con l'obiettivo di tranquillizzare UE e mercati puntando su un "esule" a Bruxelles, Mario Monti, da tempo lontano al magnamagna montecitoriano. Vediamo i punti focali e critici di questo nuovo esecutivo:
- cosa sarebbe anzitutto? Al momento di scrivere manca la lista dei ministri e delle quote partitiche che andranno a comporre il gabinetto, ma sembra tirare un'aria confusa. Si parla di tecnici, estranei alla politica, più altra gente presa un po' dai vari partiti. Non è nè un governo totalmente tecnico alla Ciampi o alla Dini, e nemmeno uno di solidarietà nazionale (intendendo così i monocolore democristiani di fine anni '70 sostenuti anche dal PCI), nè manco un ironico governo balneare (se non altro per la rigidità stagionale). Pare un'arruffata, in cui la materia portante e spinosa, quella economica, è gestita da tecnici, mentre i restanti ministeri se li spartiscono le forze politiche senza averne valido interesse.
- chi lo sostiene? E qui si parla di un arco molto folto che va dal PD a FLI e UDC, con dentro pure SEL, Radicali, IDV, MPA, ecc...
Cioè quanti prima stavano all'opposizione per delibera elettorale ora accolgono a braccia aperte il nuovo esecutivo, mentre PDL in parte si schiera in parte si oppone (partito diviso ahia ahia...) e Lega totalmente a sfavore. Ognuno fa i suoi calcoli, pesa la propria forza politica (leggasi elettorale), ma certo dimentica la galanteria del responso democratico e del giudizio del paese; la soluzione ideale sarebbe stato un sostegno incondizionato dei due rami del Parlamento, quella più rispettosa il voto di fiducia del PDL e l'astensione dei partiti contrari (vedi Lega, ma anche le sinistre sconfitte nel 2008), ma siamo sull'alta politica. Quella spiccia vorrebbe PD e amici come "salvatori della patria", Lega voltagabbana, cinica e stronza.
- quale il programma? La congiuntura economica, il sodalizio con l'alta finanza sono all'ordine del giorno, ivi le misure dedicate alla crescita economica conseguenti ad ulteriori tagli e provvedimenti "lacrime e sangue" che praticamente nessun partito vorrebbe firmare. Ma poi? Si parlava di legge elettorale, interessa tutt'ora? Riforma della scuola? Precariato?
Conclusione dei tre punti: ogni esecutivo "tecnico" o preteso tale è a scadenza, di transizione, di breve termine. Impossibile che duri sino al 2013, difficile che sopravviva i sei mesi, probabile che venga presto sostituito, molto probabile che accompagni come un bravo papà il pargolo parlamentare allo scioglimento anticipato e a nuove elezioni nella Primavera 2012. Napolitano è stato oculato a non anticiparne lo scioglimento, evitare un ulteriore periodo di stasi o vacanza di fronte all'impellenza economica, eppure ha ulteriormente favorito la frattura parlamentare, lo sfaldamento di una logica bipolare duramente conquistata, il rovesciamento della maggioranza. Altro che ribaltone, siamo ben oltre...
Nuove elezioni sono alquanto plausibili: tranquillizzati (si spera) gli osservatori esteri si va alle urne per il rinnovo di Camera e Senato, per un nuovo esecutivo pienamente legittimato dagli elettori che potranno o meno confermare l'assetto coalizionale a 2 più 1 poli. Bersari metterà insieme lo scalpitante Vendola, il rissoso Di Pietro, isolerà grillini e altri scassamichia idealisti a sinistra? Il passaggio all'opposizione della Lega sarà gradito dalla sua base di votanti, il PDL saprà ritrovarsi attorno ad un nuovo candidato premier (Alfano? Maroni? Tremonti?) e ritrovare quello slancio sconosciuto al Berlusconi degli ultimi mesi? Molteplici scenari, resi più instabili da quella mina vagante che rischia di essere il Terzo Polo. Una sola certezza: comunque vada sarà scontro frontale e senza esclusione di colpi!

mercoledì 9 novembre 2011

Inferno sulle rotaie

Scritto in altri lidi, ma visto il fiume di caratteri mi pare doveroso segnalarlo al mondo. Corsivato il giudizio personale da westernofilo del primo episodio di Hell on Wheels, la nuova serie AMC (Mad Men, The Walking Dead) partita negli USA la scorsa Domenica. Il giudizio è comunque positivo, anche se...
Ocho agli spoiler!!


Responso positivo per me alla visione del pilota di Hell on Wheels.
Capisco che come serial stanca, che i personaggi sono caratterizzati malamente e interpretati da cani. A parte il magnate delle ferrovie (il monologo finale è davvero interessante) il resto è sottotono, ivi incluso il protagonista che sembra un santone, quando in realtà si vede lontano un miglio che è ricavato dal John Marston di Red Dead Redemption (tra l'altro il viaggio in treno iniziale con tanto di discorso religioso è preso di peso da RDR), solo che il character Rockstar era più affascinante perchè più complessato; il genere western non ha mai digerito i buoni buonissimi. Anche chi agiva per il bene o per alti ideali era un bruto in battaglia e uccideva senza pietà!
Come patito di western lo trovo davvero valido. C'è il tema schiavista che raramente è stato sviscerato dalla cinematografia, perchè prima della Guerra Civile schiavi a Ovest non ce n'erano e dopo la guerra civile puff si sono dati per scomparsi, cosa praticamente non vera (o comunque i negri erano liberi, ma trattati come schiavi): si va a scalfire il tipico buonismo americano e la cosa ci sta divinamente nel setting western, post-fordiano. Poi non male l'ambizione dell'imprenditore e del sogno di costruire l'America come grande potenza, asse portante della politica estera di fine '800. La ferrovia è un'opera che segnò il West, più di quanto si possa immaginare, consuma il territorio e l'anarchia dell'ovest, eppure come notano gli esploratori di Hell on Wheels il progresso è inevitabile e va accettato.
Terzo, gli indiani. Francamente i western americani in cui la figura dell'indiano è stata rivalutata in positivo non mi hanno mai convinto, specie Balla coi lupi. Dopotutto i vari trattati non hanno fatto altro che limitare il territorio di caccia delle nazioni indiane, quindi è giusto che si incazzino e considerino ogni bianco un possibile usurpatore.
Glissando sulle musiche ridicole e prive di alcuna significatività, posso dire che seguirò il resto della serie (mi pare di 7 episodi in tutto), sperando che la natura un po' noiosetta sia propria del pilot e che le rivelazioni finali possano dare avvio ad una fase più action in cui il protagonista diventa più rude e meno angioletto.

venerdì 14 ottobre 2011

Cowboy contro alieni contro Puffi

Chi ha mai detto che gli alieni dovrebbero preoccuparsi solo del mondo a noi contemporaneo, attaccatori dei cieli nordamericani, svolazzatori del deserto nevadese, spietati cattivoni dei novizi sogni spielberghiani? O ancora chi ha mai detto che debbano cooperare cogl'antichi civili a costruire ziggurat, piramidi, complessi megalitici? A che pro d'altronde?
Perchè non potrebbero nella finzione cinematograficissima squarciare i cieli del vecchio West, richiedere succo di cactus al Saloon, giocare a poker con lo Sceriffo, rapinare fianco fianco ai fuorilegge una bella diligenza, comunicare a segnali di fumo con i pellerossa? Si può, si può.
L'idea – semplice ma convincente – è venuta a quel marpione di Scott Rosenberg, paparino dei Platinum Studios di Los Angeles ed è infine diventata Cowboy & Aliens, graphic novel sbrilluccicosa.
Un gigantesco disco volante atterra di fortuna e sconquassa l'arida prateria. Ne escono – toh va – palestrate mostruosità verdi che lesti sforacchiano a suon di laser altrettanto palestrati indiani. Ambiscono – toh va – a conquistare il nostro pianeta. L'idea si è così trasformata in un viscido fumetto di consumo, disegnato e colorato malamente. Ne sarà un videogioco Gameloft contuttoquellochenederiva e sopratutto un imminente film di John Favreau (quello dei due Ironman), Harrison Ford (quello dei quattro meno uno Indiana Jones), Daniel Craig (quello dei due peggiori James Bond di sempre), il bracciale alieno di Daniel Craig (per la prima volta sullo schermo cinematografò) e Olivia Wilde (quella – gnocca – rossa in Dottor House, mora in TRON Legacy, bionda in Cowboys and Aliens).
Esce oggi sullo schermo cinematografò, giusto per sottolineare l'attualità e la tempestività d'informazione del suddetto blog. Per spirito democratico segue il trailer e l'opportunità di giudicare da voi stessi la valelapenità di cotanta produzione cinematografica, che comunque le ha già prese in terra natia da un altro cinefumetto, tal Puffi 3D. Il destino alle volte...


L'illusionista

Pensate al più bel film di animazione che abbiate mai visto. Forse è un classico Disney come Il re leone o Robin Hood, forse è un film Pixar tipo Toy Story o Wall-E, può essere una perla Ghibli tipo Totoro o Mononoke, o ancora una commedia Dreamwork del tipo Kung Fu panda o Shrek. Qualunque sia la vostra scelta, ben ponderata senz'altro, nessuno avrà la poesia o la genuinità de L'illusioniste di Sylvain Chomet.
Animazione classica francese lo diciamo sin da subito, non per tutti i palati, con un ritmo non sempre elevato (la vecchietta a fianco a me nella sala di proiezione s'è addormentata e s'abbandonava a letargici sbadigli).
Ma qui finiscono i difetti. Anni '50, uno smilzo illusionista soffre la concorrenza di altre forme d'avaspettacolo quali rock'n roll o acrobazia. Anzichè piangersi addosso impacchetta valigia e coniglio nel cappello, se ne va in Gran Bretagna e finisce a Edimburgo. Condividendo l'alloggio con una curiosa ragazza e altri "fenomeni da baraccone" decaduti come lui (un ventriloquo ubriacone e un clown prossimo al suicidio), cercherà altri lavori per risollevare le sue magre finanze.
Chomet riprende in mano una sceneggiatura rimasta nella scrivania di Jacques Tati e la trasforma in un immenso capolavoro animato: suoni risicati, doppiaggio praticamente assente se non convulsi mugugni alla Mr. Bean, comicità ben realizzata e discreta alla Tintin. Disegni allo stato dell'arte, talvolta usa la Computer Grafica in barba ai boriosi tradizionalisti (parallelo con Tonari no yamada-kun di Takahata) tavole dettagliatissime e fondali idilliaci: l'acqua è entusismante, non si vedeva così bella dai tempi della Città Incantata.
Il finale è commovente: una musica struggente si trascina per una decina di minuti mostrando l'epilogo dei vari personaggi fino a sfumare via via. Chomet mette il punto ma celebra pacatamente un nuovo inizio, un desiderio di andare avanti nonostante i tempi cambiano. Si canta nel brano del film: "Passe, passe le corps s'efface, mais le.... Quand vient la dernière valse, on se voit roi hélas. On triche, et de guerres las, un jour on laisse sa place". La possibile traduzione la lasciamo al vostro intuito e...im-maginazione!


 
 

lunedì 26 settembre 2011

Ventimila leghe sotto Ginevra

Cento anni fa un gruppo di scienziati sancì l'invalicabile barriera dei 300 mila km/s, agguantata dalla luce e da nessuno superata. Cento anni più tardi un gruppo di scienziati dice che esserini minuscoli possono pure andare più veloci.
Tale gruppo di scienziati  è rimasto rinchiuso per anni nei sotterranei di una Ginevra sventrata sparando neutrini 730 chilometri più in là, destinazione Gran Sasso, una Salerno-Reggio Calabria sacrificata per analizzare creaturine che un'automobile non saranno mai in grado di guidarla. Le stesse a suoi tempo difettavano di massa e schizzavano via nell'autostrada sotterranea, poi un po' di ciccia l'avevano e quindi sono rallentati di colpo. Ora hanno la massa e battono la luce di 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo, cioè tagliano il traguardo con 60 nanosecondiminchia di vantaggio. Le parole del fisico Eridato capoprogetto: "Siamo molto meno eccitati dei media. Certamente ci rendiamo conto che questa scoperta colpisce l'immaginario collettivo, ma per noi è stata una misura di precisione lungo un percorso alla fine del quale eravamo convinti di trovare un risultato negativo", che insomma la luce mica è gelosa.
Ma anzichè chiedersi come cazzo fanno ad andare così veloce, anzichè domandarsi di quanto tassare tale eccesso di velocità, questo gruppo di scienziati convoca una conferenza stampa e rivela al mondo la scoperta. La gioiosa scoperta che pone fine al Novecento della fisica quantistica ed impone una riscrittura di tutte le formuline e le paroline.
Ma al mondo delle scienze inesatte va così: costruttori di bombe nucleari e altre macchine della morte, vanno avanti con robettine di fantasia finchè non si stufano e vendono al mondo nuove verità. Assolute e inconfutabili, ma ad interim. Ancora una volta la scienza inganna sè stessa e il mondo con la giustificazione dell'infinitamentepiccolopraticamenteindistinguibile e sticazzi.
Almeno i tuoi aforismi Einstein erano vagamente simpatici!

venerdì 19 agosto 2011

Schiacciamelo! Top 5+1

Classifica dei momenti in(prescindibili, coraggianti, reprensibili) del Campeggio Stella del Nord Due Zero Undici:

  1. Dite e pensate ciò che volete, ma il momento che chi sta da questa parte dello schermo vorrebbe racchiudere più d'ogni altro dei campeggianti 2011 risulta essere l'elegia di fuochi artificiali. E l'ondata di idiozie - con poco vin brulè sigh - che ne deriva. Dall'isola scema nel mare magnum della spenta cittadinanza ussegliota (sort of) giù agli urletti "cento cento cento", "ohohohohohoh", "mancato mancato mancato" e per il gran finale "beppe (garibaldi) beppe (garibaldi) beppe (garibaldi)" sulle note di un tricolore bianco rosso verde nel cielo ferragostano.
  2. Al secondo posto ci sarebbe quasi quasi la raccomandazione alla Madonna, nella fattispecie quella dell'Assunta che aveva casa nel circondario dell'accampamento. O ancora più realisticamente a quella di Lourdes visto l'ondata di contagi, abrasioni, contusioni eccetera eccetera.
  3. In tema di apparizioni, come non citare l'immensa attenzione riservata al manipolo di trenta villeggianti olgiatesi da grandi leader politici del Novecento e pure indietro? Compagno Ciccio ha avuto più e più volte l'onore di ricevere preziosi consigli da un certo Marx, un cert'altro Fidel, tal Stalin, consigli finalizzati alla conquista in chiave socialista della minuta Usseglio. Piano infine non messo in atto per via di una sfortuna ferita maturata sul campo di battaglia; certamente un sabotaggio del capitale borghese. I restanti sono stati probabilmente più fortunati potendo imparare molto se non moltissimo dalle massime di un ministro venuto dal Nord improvvisatosi cinefilo.
  4. La colonna sonora varia ed eventuale (da Morricone a Van Der Sfroos, senza dimenticare John "countryroadtakemehometotheplaceIbelongwestvirginiamountainmamatakemehomecountryroad" Denver) dovresse essere piaciuta al buon Zalone Checco, ma è certo che tra rutti, peti, starnuti e russate alla grande è stata coperta ed oscurata.
  5. Il wi-fi, stigrancazzi. Come dimenticare una simile comodità che trasgedisce totalmente la regola basilare della lontanaza dalle comodità informatiche, ma riscalda il cuore degli internauti più infervorati che ahimè proprio non riescono a staccare dalla rete.
  6. La montagna che non finisce mai di stupire, l' ondeggiare dei sentieri che squarciano vallate, costoni e laghetti più o meno colorati. Montagna che chiama a sè genti di tutte le risme, giovani e vecchi, francesi ed eterosessuali, marmottoni ed ubriaconi. In camminata, miraccomando, sempre pigolando: torottototorottoto.
Questo è quanto il caldo mi ha concesso di respirare. La responsabilità di epigonare lo scritto di365 giorni fa è stato soddisfatto e con lui si spera il palato dei lettori avidi di questo scritto scritto in terzine e stronzate. A voi il compito di scovare le terzine!!
Baci!

"Ciicciiioooooo. Sono Karl..."

Ronf...ronf...prrrrr

Dopo il falò la cosa più luminosa sono i cessi. Meditate gente!

mercoledì 3 agosto 2011

Il dominio dei sessantenni

Senti un po'. Com'è che l'Estate, stagione della patata, del Calippo, della costinata, e quindi infine dei cineforum all'aperto, è dominata dal credo sessantenne? Cioè sei vacanziero da quasi un mese, vesti abiti comodi ma male assortiti, ornati dalla macchia di fritto che il fritto lo hai mangiato Venerdì (fanno 4 giorni con la medesima maglietta. Almeno. Grazie a presto buone vacanze), e ti ritrovi per le ragioni della vita (film non visti e serata da buttar via) dalle parti di due proiezioni estive. L'una pizzosa (il napoletanerrimo Una vita tranquilla con "Il Divo" Servillo), l'altra recente e divertente (rima interna) (Paul di Greg Mottola: dal Comic Con di San Diego a James Bond e ritorno), eppure di gioventù al seguito infanti e poco altro. Infanti figli di sessantenni.
Stiamo invecchiando, meno giovani e più pensionati vuol dire cinema all'aperto dominato dalla razza dei 60 o poco più o poco meno? Sono delle specie di angeli custodi della quiete cittadina, è il patriottismo federalista o la mancanza di competizioni calcistiche degne di nota (dal trofeo Birra Moretti in sù. Compreso) ad indurre le loro menopausiche chiappe sopra le seggioline e i loro orbi occhi sopra l'ultima commediucola pseudo-nerd che tutti i radical-chic giurano sia un capolavoro. E forse anche lo è.
Ok, tolgo la maschera. E' ora di svelare il Teschio Rosso dietro la tastiera. In verità eri partito alla lontana per scrivere i tuoi pensieri sopra Paul o sopra il biglietto del cinema pagato con monetine da 20 centesimi, ma poi hai visto l'ora, non hai visto la palpebra calante e ti sei convinto a tagliare corto. Augurare buonanotte a tutti e diciassette i lettori del post (le statistiche sono assai bizzarre) e se vuoi anche buone vacanze. Se vanno in vacanza cioè. Se ci vanno a breve cioè insomma.
Come il sottoscritto, ma vista la recente frequenza di aggiornamento del blog non ve ne sareste accorti.


Posa plastica che dovrebbe far venire in mente qualche altro film di fantascienza. Qualche altro milione di film di fantascienza.

Al Comic-Con parte I: i nostri sorpassano gli Huruk-Hai ed bentrano trionfanti alla convention di tutto di San Diego

Al Comic-Con parte II: seguono una conferenza o come viene chiamato dai nerd, panel. Annunciano tipo un nuovo videogioco di squartamenti. L'ennesimo, doh...

Infine Paul l'alieno che in Italia è doppiato da Elio. Com'era quel detto di fare solo il proprio mestiere e non rompere agli altri i coglioni?

Post Scriptum: menopausiche temo sia un neologismo. Me lo si voglia perdonare. Il post originale prevedeva la parola cinquantenne al posto di sessantenne. Non eri sicuro che fosse con due s. Google ti ha parato il culo. Anche questa volta. Glielo si voglia perdonare.

mercoledì 27 luglio 2011

In morte di Lupo Alberto

Lupo Alberto è il fumetto comico che mai avevi considerato. Forse ti trastullavi da bambino con un unico album a fumetti, rileggendolo in continuazione come usano gli infanti e forse proprio perchè lo rileggevi in cintinuazione ti è venuto a noia questo lupo al gusto puffo e questi animali assortiti giù dai McKenzie.
Succede quindi che nel numero 313 *coff...auto di paperino...coff* ci sia una storia in cui Lupo Alberto tira le cuoia, muore, caput. Il titolo è emblematico: Mors Tua.
C'è il cane Mosè che riceve un fax (fax?!? chiede il brutto anatroccolo) dall'editore in cui si denunciano le scarse vendite, le perdite dovute ad una serie stantia per i lettori. O si cambia o si chiude, ci cancellano! E allora che si fa? Mosè si sistema gli occhiali ed esclama: "Bè quando una serie a fumetti langue...di solito...come prima cosa...si fa morire il protagonista". *Ogni riferimento a fatti, cose, persone, Marvel Comics, è puramente casuale*
E nella vignetta a sinistra eccolo Lupo Alberto giungere, fischiettando ignaro. Dudedum...
Il resto ovviamente ve lo scoprite da sè, in edicola o cercando (invano) le scan. Certo, visto che il TG1 non ha fatto menzione del tragico accadimento, nè ha incolpato gli animali dei McKenzie di qualche strage nel mondo, quindi dovreste arrivarci da soli al lieto fine...

mercoledì 20 luglio 2011

In Germania ci vado con un rotolo di carta igienica

Piccolo sfogo personale. Concedetemelo come mi concedete sempre tutto.
Ci abbiamo fatto una guerra, volendo pure un'altra più tutte quelle nei secoli dei secoli amen addietro. Secoli di Alemanni e Marco Aurelii, di imperatori che si facevano millemila km per ricevere della ferraglia sul capo, secoli di Frusberg, secoli di coalizioni antifrancesi, secoli del Piave mormorava, secoli di operazione Alarico.
Poi abbiamo deciso di non farci più la guerra e di stare sempre più vicini vicini in una grande comunità. "Ciao. Sono l'Inghilterra e sono tre giorni che non bevo Brandy". "Salve a tutti. Sono la Spagna e non bevo Sangria dalle 10 di ieri sera". "Bonjour. Je suis la France et je ne m'incule pas avec une bouteille de Champagne depuis midi". "Buongiorno ich non bevo Lambrusco da ich tipo ich ecco ich".
E stare in una grande comunità implica che per andare in tutti i paesi civilizzati del Vecchio Continente (la Svizzera non è contemplata proprio per questo, mica perchè è neutrale) io non abbia più bisogno del Passaporto. Non fosse altro perchè avere a che fare con la burocrazia bretone, fiamminga, allemagna, castigliana, calabrese è una gran scocciatura: e paga questo e dammi foto senza gli occhiali a raggi x e ritorna tra venti giorni e ritorna tra un mese e ritorna tra un mese due settimane e un cicinino e ritorna tra nove settimane e mezzo e non ci pensiamo più. Perchè tutto il mondo, pardon Europa è paese.
Quindi io posso recarmi in, putacaso, Germania domanimattina senza dover sorbirmi le trafile del 15-18. Non serve forse ne manco la carta d'identità, basta che scrivi nome e cognome, data di nascita dai non facciamo i timidi, sul foglio fina fina fina con il quale ti sei appena carezzato il culo e lo porgi al gentile teutone per poter entrare in Baviera. Salutato dai grugniti di quegli adorabili barra teneri villici.
Tutto questo per dire: cazzo devi andare a fare domani con la carta d'identità all'ufficio anagrafe, eh?

lunedì 11 luglio 2011

Ironman gioca al gioco dei troni

Te lo infila su per il culo senza pudore alcuno. Impunemente. E finisce così come tutto è iniziato: senza un perchè, senza un se e senza un dove. A Nord, a Sud, oltre il Mare Stretto: la fine di Game of Thrones prepara senz'altro a una seconda stagione continuata. Dopotutto lo sapevi che di vera conclusione non si sarebbe trattato, ma almeno un Lannister impiccato te lo potevano mostrare. Uno a caso, così per gradevole sfizio...
Aldilà delle ovvie considerazioni a caldo caldissimo, c'è da dire che quanto la HBO ha cavato fuori da A song of ice and fire di Martin è roba pregevolissima, un grande fantasy come forse non se ne vedevano dai tempi del Signore degli Anelli. Intendo tipo sullo schermo e intendo tipo passare oltre l'Harry Potter prima bimbominkia ora emo e pure la roba per frocetti pipipipopupu di Narnia, perchè qui abbiamo grandi scenari e grandi attori. A partire da Sean Bean, sacrficato troppo presto Boromir nella summenzionata opera tolkeniana e qui senz'altro eccellente nei panni di Ned Stark, lord of Winterfell. E tutto il resto della truppa, mai fuoriposto, grandiosi nel trascinare lo spettatore all'interno di un mondo in cui la lingua fa più male della spada, in cui l'onore talvolta viene interpretato come "fanculo, io me ne vado con una puttana", in cui sono un po' tutti re e alcuni re sono pure mammoni, in cui sono i pezzenti a difendere i confini mica i leghisti (aspetta aspetta...).
Qualcuno ha pure detto che in dieci puntate da un'ora ciascuna non si è riusciti a rispettare interamente i complicati intrecci del primo libro. Può essere, ma lodiamo ugualmente il fatto che ne sia uscita una serie tv piuttosto che un film di 3 ore. Oltretutto la scelta di passare sul piccolo schermo è calzante: la qualità è cinematografica, ma di battaglie campali contro diecimila Huruk-Hai non ce ne sono, non previste o molto probabilmente tagliate. Non servono. del coraggio dei cavalieri non racconta mai nessuno, sono i re, i generali, i ricchi, le regine, le prostitute a raccontare la storia. Anche quelle fantasy.

Quaggiù una recensione più seria non del sottoscritto, ma di uno che almeno prima ha avuto l'acortezza di leggersi i romanzi. Piùggiù una lunga carrellata di foto e "didascalie d'autore" checipiaccionotanto.
Sei mesi o poco più per la seconda stagione...cazzo...

Il Meta-lupo è il simbolo della casata degli Stark. E se cliccate sulle orecchie potete pure sentire la cover al violino della opening della serie. Per dire...

Il trono di spade, nè più nè meno.

Quello dietro sotto le fronde degli alberi si sta scaccolando. Giuro...

Approdo del Re. E concedete a questo poveretto un po' di poesia e romanticherismo

"Un Lannister paga sempre i suoi debiti". Hai fatto tuo il motto.

Poi la fa vedere la patatina. Non temete.

giovedì 16 giugno 2011

La bellissima Italia post-referendum...

Arrivi abbastanza tardi, proprio come lo scorso Lunedì quando hai disertato le urne perchè rimasto a dormire fino alle 14.30. C'era da smaltire jet lag e tre giorni di viaggio precedenti.
Nè la mia presenza, nè le mie manifeste intenzioni di voto sarebbero risultate decisive, quindi mi metto l'anima in pace e mi godo il nuovo mondo dipinto dalla stragrande maggioranza degli italiani (inclusi un buon numero di elettori di centrodestra: ma la coerenza dove la avete lasciata?). Acqua a parte che è bene che quaggiù resti di pubblico dominio, la nuova Italia vuole un consiglio dei ministri imputato piuttosto che governativo e sopratutto vuole spendere dozzilioni di euro per importare l'energia dalla Russia. O mi volete dire che voi credete nelle rinnovabili, nella forza del Sole, nella forza del Vento e dei ruscelli? Produciamo energia dalle margheritine?
L'Italia diventerà finalmente un posto bellissimo e le invocazioni di San Francesco diveranno finalmente realtà. Il Sole sorgerà gioiso e fanciullesco ogni dì come a Teletubbilandia, l'acqua diverrà così prorompente da mandare a regime le turbine montuose, ma a valle non strariperà, costruiremo dighe che non si romperanno per incanalarla nelle nostre amene centrali idrolettriche su Alpi e, perdindirindina, Appennini. E il vento? L'Italia sarà costellata da impianti eolici, al Sud la Mafia non succhierà più i fondi della UE per costruirli, mentre elevatissime pale spunteranno sul Colosseo, sulla Torre degli Asinelli, a Pompei, a fianco della Madunina, sorrette dai Bronzi di Riace, tra i clandestini di Lampedusa, sopra la Mole Antonelliana, dalla laguna appena sotto il Ponte dei Sospiri, sulla collina di Redipuglia e pure sull'altopiano di Asiago, sui Frecciarossa e le Costacrociere, nella sala del bunga bunga come a Piazza del Gesù.
C'è quasi da commuoversi, bella questa nuova Italia, favorevole all'abrogazione del "decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare".
Questa illustrazione illustra come diverrà un angolo qualsiasi del nostro amatissimo Paese:


sabato 4 giugno 2011

Dentro il ventre...

Ok, il netbook si é spento tipo cinque ore fa quando si é semplicemente rotto di essere battuto dalle dita ossute. E allora si scrivono queste due righe con l'app per Android, forse dovrebbe segnalarlo a fine pagina, ma fidatevi e non ve ne pentirete.
Le ascelle emanano un odorino di grana, ma non dovrebbe essere conseguenza diretta del parallelepipedo largo 5 spesso 1 ingurgitato a pranzo. Ma di questo se ne preoccuperanno i compagni di viaggio, che frattanto - meschini - se la ronfano.
Piuttosto c'é da annotare la altrettanto meschina combo aria condizionata (freddina) piú carrello delle bibite ogni 60 minuti, che crea ripetuti scompensi ad organi ben delicati: hai fatto conoscenza anche della toilette, bene. Per la gioia del vicino di posto costretto ad alzarsi ad ogni bisogno impellente mio: sbuffa chiaro, perché cosí facendo gli disturbo il brasipico ritmo del sonnellino e poi capitolo del libro "San Francisco-Milano", autore nonzo. Ora é capovolto e infatti sta dormendo.
Mancano un paio d'ore all'arrivo e siamo giunti al terzo film, ma i wiimote sullo schienale stentano a funzionare e quindi ciccia; qualche ora fa hai visto un pezzo del Discorso del Re, prontamente fottutosi con unimprovviso reset. E che sará mai...
Dal finestrino si vede una piatta (e sottolineo piatta) distesa bianca: non é l'Artico e non é quello a cui state pensando, ma nuvole. Perché son lí cazzonesoio.
Ah giá, hai provveduto a svitare la valvoletta con scritto "Coat hook" proprio sullo schienale davanti a te.
Prontamente aggiustato, si puó farlo si con Bob, potrai farlo si con Bob.

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lunedì 30 maggio 2011

Il vero sconfitto è il bipolarismo

Ok, Pisapia strappa Milano, De Magistris vince a Napoli. Un tonfo del centrodestra ben più imponente del previsto: a Milano paga lo scotto di aver ricandidato un sindaco vergognoso, assenteista, presente alle inaugurazioni dei musei, ma mai seduto sullo scranno del consiglio comunale. Per "essere incollati al cadreghino" bisogna quantomeno poggiarvisi le chiappe sopra. A Napoli il tracollo è ancora peggiore, pesantissimo: Lettieri in testa al primo turno, viene sorpassato, scavalcato, annichilito dall'esuberante De Magistris.
Ora è chiaro che i risultati (pressochè uniformi su tutto il territorio nazionale e sbilanciati quindi verso sinistra) ben rispondono allo stato di stanchezza rilevato sulla squadra di governo, specie sul Presidente del Consiglio in palese parabola discendente (si creano le condizioni non per una crisi di governo, ma per un passaggio di leadership nel 2013). Gli elettori lo hanno rilevato e hanno disdegnato i candidati comunali, preferndo quelli di area opposta. Va comunque sottolineato che la tenuta politica del PDL resta elevata e scende a poco meno del 30 %: a scendere davvero in basso è la Lega, la quale dopo l'exploit dell'anno passato ottiene risultati pessimi un po' ovunque, anche nei suoi feudi (provincia di Varese); il Partito delle Libertà, però, non subisce lo smarrimento dell'ala finiana, ininfluente se guardiamo ai dati dei terzo polo, segno evidente che la proposta di Fini non convince e sopratutto che il partito dell'ex leader di AN non ha messo in piedi un valido programma politico.
Bersani esulta e si complimenta a destra e a manca, ma verosimilmente pure il suo partitino deve cedere il passo. Partiamo dal fatto che anzichè cogliere i festeggiamenti subito spara a zero su un nemico che già ammesso la sconfitta chiedendogli le dimissioni: beh chiaro, si vota nei comuni e si chiedono le dimissioni del Governo. Logica del cazzo, politicamente parlando...
Con ciò si aggiunge che nè De Magistris nè Pisapia hanno in tasca la tesserina PD, che se il primo già al precedente turno poteva vantare su una ben orchestrata coalizione di tutte le forze "antiberlusconiane" (che brutta parola: come se il voto fosse contro qualcuno e non a favore di qualcun'altro...), il secondo era dalla parte dell'IDV e al primo turno gli era contro un altro candidato espresso dal PD, esattamente come Lettieri aveva il sostegno del PDL partenopeo.
Qui si capisce poco o nulla: vince Sinistra e Libertà, Vendola, il sindaco è un ex di Rifondazione Comunista, che dice di voler "liberare Milano". Da cosa esattamente? Dai milanesi razzisti?
Vince l'Italia dei Valori, Di Pietro, il sindaco è un ex magistrato, un ex parlamentare europeo, uno che di poltrone ne ha cambiate tante.
Dunque perdono il PDL e pure il PD, che tra primarie e lotte tra le urne non è riuscito a proporre un proprio candidato nei due comuni chiave di questa tornata elettorale. Che c'è da esultare?
Vincono i partitini e si spezza ancora di più un bipolarismo soggiacente nelle menti d'Italia, ma che non s'ha da fare, che tarda a divenire istituzione. Vincono i progetti mirati alle comunità cittadine, ma il voto va in funzione della situazione nazionale, significa disapprovazione all'operato del Governo. Chi è il vero sconfitto? Il sistema maggioritario, oramai inesistente, condizionato da partitucoli al 2, 5 %, indispensabili davvero davvero, così tanto da dettare l'agenda (vedi Lega che sbraita di voler trasferire alcune sedi ministeriali), così tanto da sorpassare i candidati dei partiti cosidetti maggiori?
Chi vuole esultare esulti, gioisca dei capoluoghi "liberati", rilevi il cambiamento del vento se vuole, ma certo mediti su quale strada deve (e dovrà) prendere questo paese. Schiavo della vecchia politica, sempiterna vittima del partitismo arruffa arruffa e pure malstrutturato, frutto di alleanze a geometria variabile, valide forse sul territorio, ma inattuabili sul piano nazionale.
Che bella comunque la democrazia: tra cinque anni il vento è destinato (forse) a cambiare di nuovo. Davvero.


Riassunto (da un utente Facebook): Quindi: a Milano vince il candidato vendoliano, dopo che ha battuto alle primarie quello del PD. A Napoli vince De Magistris, candidatosi contro il volere del PD e persino dei vendoliani napoletani; e vince al ballottaggio, contro il candidato del centrodestra, mentre quello del PD è uscito al primo turno. In tutto ciò, il PDL crolla miserabilmente, soprattutto al nord. Altro che vento del cambiamento: il vento una direzione ce l'ha, qua non si sa da dove iniziare. :P

venerdì 27 maggio 2011

Mandarini nel deserto

"Kit Carson è il miglior scout del mondo ma non estrae mica molari"

Marrakech Express di Gabriele Salvatores è il classico road movie. Un amico in prigione in Marocco, ventimilioni di cauzione e un viaggio della sua ex compagnia sulle sue tracce. Un film che stenta a decollare, ma riesce a raggiungere il proprio autentico significato all'avvicinarsi del desertico nullo brulla di nulla. Prima ci sono piccole baruffe alla Una notte da leoni (due), tipo una scampagnata sul set de Il Buono, il Brutto, il Cattivo o alle prese con una scimmietta fiutadroga, ma è appunto il poi, l'oltre il civile, nel mezzo del silenzo, del rumore del vento (di una ruota che s'è appena bucata) i quattro avventurieri si ritrovano, si ricongiungono...e ripensano a dieci anni prima. La spiaggia di Ios, la televisione in bianco e nero, le foto di gruppo anch'esse in bianco e nero, boom generation in analogico. Pillole di road philosophy: meno riuscito del premio Oscar Mediterraneo per via di una maggior leggerezza nella trattazione, Marrakech Express per il suo modo di declinare internamente/intimamente nelle sue location il profondo significato dell'amicizia: sfottò privi di senso, schiaffettini e percosse morali più che altro.
Pollice verso alla colonna sonora: pezzi grossi di De Gregori (La leva calcistica della classe '68) e Dalla (L'anno che verrà), ma repetita non iuvant!

lunedì 23 maggio 2011

Echi di altri libri occasionali

Facciamo cultura. Con la cultura non si mangia, ovvio. Ma tanto si tratta solamente di un copiaincolla, di quelli che non ci vuole niente a farlo. *Devo copincollare più spesso*
Umberto Eco se ne esce in questi giorni insieme a Bompiani Costruire il nemico e altri scritti occasionali, che è un po' come dire vi spremo tutti fedeli lettori, vi mungo, ecc, che a questo punto dovreste avere appena finito quel mappazzone del Cimitero di Praga. Sempre Bompiani. Che scritti occasionali sono un po' anche quelli che puntualmente pubblicano queste latitudini. *Devo fare anche io un libro allora*
Wlodek Goldkorn lo ha intervistato per l'Espresso, per noi, per voi, per poi...
Riporto un brandello di conversazione su ciò che i libri insegnano, imparano, impalano e non continuo che poi mi viene da ridere...

Lei ha 50 mila libri...
"Il mio collezionismo nasce verso gli otto anni, dall'aver scoperto in cantina libri non rilegati, appartenuti al nonno. Il collezionismo dei libri antichi invece è cominciato quando ho scritto "Il nome della rosa". Visto che ho guadagnato con un libro, ho speso i soldi in altri libri".

Cosa la incuriosisce in un libro antico?
"Intanto il tema. Spesso è legato al mio lavoro. Mentre scrivevo "Il cimitero di Praga" per anni compravo le prime edizioni delle polemiche antisemite e antigesuite. Per "L'isola del giorno prima" ho raccolto volumi dei navigatori nei mari del Sud e carte geografiche. Talvolta mi interessa un libro con annotazioni a margine. Ho incunaboli con note in due colori così belle da essere più attraenti della composizione originale della pagina".

E' la curiosità per le vite degli altri?
"Tracce di possesso che ti raccontano delle storie".

Si comprano e leggono i libri perché si è curiosi delle vite altrui?
"Certo. Un analfabeta che muore a 70 anni ha vissuto una sola vita di 70 anni. Io di anni ne ho vissuti 5 mila. Ero presente quando Caino ha ammazzato Abele e quando Giulio Cesare è stato ucciso, e anche alla battaglia delle Termopili e quando Leopardi guardava l'infinito. La lettura ti dà l'immortalità, all'indietro. Scrivere invece è una scommessa nell'immortalità in avanti, ma senza garanzia".

lunedì 9 maggio 2011

Di Lunedì sempre in Procura

E' Lunedí. Come ogni Lunedí é il giorno di sponsorizzare il Tribunale di Milano.
Corso di Porta Vittoria. 8.30 o poco piú. Vanno in giro in coppia, uno regge il microfono, l'altro avvolge la telecamera con un telo di plastica. C'é rischio pioggia.
Largo Biagi antistante la celebre scalinata impala una locandina di "Uomini senza legge" in questi giorni nelle sale. Bizzarro no?
L'ingresso del tribunale é sormontato da tre gigantografie di magistrati assassinati. Una striscetta tricolore e il cognome: Ambrosoli, Galli, Alessandrini.
Troppo grandi per il nanetto ad oggi atteso per l'ennesimo processo. Per l'ennesimo comizio davanti ai suoi.
Così va la democrazia nostrana, che ha almeno il pregio di rispettare il calendario. Dici poco...

domenica 24 aprile 2011

Quando Zelda fa come Project Gotham Racing

Si era lamentata l'ormai defunta Bizarre perchè la loro quarta (e ultima) commissione per Microsoft, cioè Project Gotham Racing 4 su Xbox 360 ha venduto poco. Perchè è stato poco supportato, poco sponsorizzato.
Gli ultimi tre erano andati di gran lunga in maniera più lusinghiera: Project Gotham Racing per Xbox accompagnò il lancio della primissima console della casa di Redmond migliorando il sistema incentrato sui Kudos del mitico Metropolis Street Racer. Project Gotham Racing 2 accompagnò piuttosto il lancio della piattaforma Xbox Live. E Project Gotham Racing 3? Fu un po' il gioco di lancio di Xbox 360, anche perchè Kameo e Perfect Dark Zero mica erano così bellini.
Il successo della serie per certi versi scandisce le tappe più importanti dell'avventura Microsoft sul pianeta console. Sottolineando di volta in volta le novità hardware possiamo dire che la serie ha sempre funto da demo tecnica di quello che Bill Gates predisponeva per la propria macchina aggressiva? Sarebbe poco dignitoso dirlo, ma a pensarlo non è poi tutto questo peccato: proporre titoli solidi al lancio di una nuova macchina è un po' la speranza dei costruttori hardware e Bizarre in questo è stata eccellente, nel raccogliere sempre la sfida e soddisfarla al meglio.


E se Zelda si mette a fare come Project Gotham Racing?
Cioè Nintendo spende un nome così altisonante al lancio di una nuova console così da abbindolare i giocatori hardcore ed indurli ad esaurire le copie del nuovo hardware. The Legend of Zelda Twilight Princess procrastinato a vita su Gamecube, uscì prima nella versione Wii e poi in quella cubo qualche settimana più tardi in duetre copie. E ora che succede: il buon remake di Ocarina of Time per 3DS a poche settimane dal lancio della console, ma insomma è un rifacimento sulla falsariga di Super Mario 64 DS anche se bisogna vedere quali aggiunte Nintendo ha preparato per il ritorno di uno dei giochi più belli di sempre.
Piuttosto questo favoleggiato The Legend of Zelda Skyward Sword che allo scorso E3 lasciò un po' l'amaro in bocca e che verrà riproposto tra qualche settimana alla fiera di Los Angeles. Ma quando uscirà? E dove? In teoria quest'Inverno su Wii, eppure molti rumour lo danno in uscita in HD sulla ventura console Nintendo a occhio e croce in arrivo l'anno venturo.
Possibile che una delle serie di punta della grande N, in cui ogni episodio si fa vanto di un gameplay bilanciato alla perfezione, finisca per accompagnare il lancio dei vari hardware portatili e casalinghi, sacrifichi la propria invettiva per esplorare le novità tecnologiche e di sistema di controllo.
Staremo a vedere...



lunedì 18 aprile 2011

Galletti vs modaioli

Lo potreste vedere mentre cammina a bordo del campo, su e giù latitudinalmente. Altre volte si gratta il mento con fare pensoso. Sovente s'aggrappa al divisorio tra bordocampo e panchina.
Qualche metro più in là di Dan Peterson un altro pilastro della pallacanestro allenata: "Charlie" Recalcati. Comunque sempre con la giacca indosso, si sbraccia un po' più del collega, richiama i propri giocatori, mima all'arbitro le decisioni che la terna dovrebbe prendere.
Un Cimberio Varese-Armani Jeans Milano pensata e preparata dai due vale il prezzo del biglietto e ad osservarli si respira un sapore di palla a spicchi tipica degli eighties.
Ma insomma, oltre alla sfida agonistica si vive la passione sportiva, il tifo schietto e sincero per la compagine varesina. Che alla fine pure si è portata a casa la partita, nonostante uno Slay sottotono, una direzione arbitrale così cosà e il fatto che abbia rimontato su Milano solo nel terzo quarto dopo un inizio in cui nel cesto non sarebbe entrato nemmeno uno spillo.
Magistrale Kangur uomopartitascai, grandioso Goss reattivo su ogni pallone...su ogni pallone, devoto il playmaker Stipqualcosa. Milano dal canto suo conduce ma non brilla tra un Rocca che dove è?, Hawkins che si mostra sporadicamente e al quinto fallo fa ciao ciao, Eze che ci stava a fare.
Odore di playoff per il Pala Whirpool? Sarebbe meritatissimo dopo questa vittoria.


venerdì 8 aprile 2011

Supereroi sfigatelli

Cattivo Scott Pilgrim vs the World. Cattivo cattivo: non lo può godere finoinfondo se non hai idea di chi diamine siano questi Bob-Omb. Intendo i dinamitardi poligonali di Super Mario 64. E se non ti emozioni almeno un pochettino all'udire il jingle di Zelda che fa capolino qua e là.
Scott Pilgrim vs the World comunque sia, nella sua edizione fumettosa o in quella cinematografica, è awesome, geniale, genuinamente nerd. Una storiella d'amore tra liceali e capelli tinti, contro malvagi ex (7 in tutto) a suon di vite bonus e monetine da inserire nel cassone di un tipo Street Fighter. Sciccherie gekkissime!
Chi sicuramente si è appassionato allo Scott Pilgrim cartaceo di Bryan O'Malley è il protagonista di Kick Ass: Dave Lizewski cioè Kick Ass, cioè un altro nerd che si improvvisa supereroe (cioè per davvero: 90 $ su Amazon per un costumino ridicolo) tanto per provare a vedere come ci si sente nei panni di Bruce Wayne. Una lotta al crimine cattivissima, dove arti squartati e sangue dei colori dell'arcobaleno coreografano una danza palapabile ma ironicamente condita.
Scott Pilgrim ha un humour più graffiante e la regia di Edgar Wright lo ri-costruisce degnamente, Kick Ass diventa esteticamente rilevante nel sound accuratamente selezionato da Matthew Vaughn. Entrambi fanno grande uso di effetti speciali con lo scopo di restituire su celluloide il piacere tattile della cellulosa, ma è evidente che ambedue le pellicole per quanto divertenti abbiano più di un debito nei confronti dell'originale a fumetti.
Però è altresì evidente che una nuova sottocultura ha fatto breccia nell'immaginario popolare: è quella delle icone carismatiche di videogiochi e fumetti, della nicchia a 8 bit e dei pagliacci della quotidianità. Se gli anni '80 erano gli anni cupi di Watchmen, i novanta son quelli del plasticismo di Street Fighter. Bel cambiamento!
I due filmetti di qui sopra sono figliocci di quest'ultima generazione che a suon di 1UP ha costruito la propria adolescenza e la propria maturità. E se prima o poi ti chiedono tu cosa fai, rispondi così: "gioco a Zelda, Tetris...è una domanda impegnativa". Come farebbe Young Neil, ad un passo dall'estrarre la sua personale Master Sword.


venerdì 25 marzo 2011

Il Papap'occhio

Quel Pap'Occhio di trent'anni fa, produzione cinematografica scritta, diretta e musicata da Renzo Arbore. Protagonisti i protagonisti de l'Altra Domenica, ovverosia Benigni, la Isabella Rossellini, le Sorelle Bandiera, Abatantuono, eccetera.
Un film poco commedia (all') italiana, sospeso tra la satira e la follia trash. Cosa succederebbe se il Vaticano decidesse di aprire una propria tivvù e la inaugurasse con un grande show comico?
cose tipo la poesia Innaffiami scritta da una tipo Loredana, ingioiellata e cotonatissima starlette anni '80, che fa più o meno così:

Innaffiami

Amor quando di hai amato un fiore m'é sbocciato
quando sei partito il fiore s'é appassito
perchè non torni ancor
a stringermi sul cuor
innaffiami
innaffiami
per non farmi appassire
col tuo innaffiatoio perché sennó io muoio

o il versus Marx e Dio nel giorno del giudizio universale nel monologo di Benigni:


giovedì 17 marzo 2011

Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme

Delle polemiche al dìm di festa se ne fa di sicuro a meno. Delle pene e dell'ipocrisia di chi questa giornata proprio non la vuole, di chi sputa e irride il paese più bello del mondo.
Non si fa della politica il 17 Marzo, tutt'al più della retorica. Convenzionale e boriosa quanto si vuole, ma ogni tanto aggrapparsi agli autentici valori risorgimentali, laici ed unitari, stimola la coesione e il senso di pacifica cooperazione.
E di prove questa Italia ne ha affrontate parecchie e non staremo certo qui ad elencarle: ci sono stati momenti tristi e momenti di gioia, sapientemente distribuiti dall'Eterno all'atto di fissare l'inizio della Storia della Penisola Unita e dire ci rivediamo tra cinquanta, cento, centocinquanta, cinquecento, mille anni. La palpabile euforia di un progetto monumentale, culturalmente forse ancora da compiersi, un progetto osteggiato da quei porci che avevano fatto dalle Alpi alla Sicilia il proprio porcile, da quelli che definivano l'Italia come "una espressione geografica" e basta.

Garibaldi a Palermo di Giovanni Fattori (1860-1862)

14 Marzo 1861 è la Proclamazione del Regno d'Italia, tre giorni più tardi Vittorio Emanuele II sarà incoronato Re d'Italia. Un paio di settimane più tardi si riunirà il nuovo Parlamento, che darà la fiducia al primo esecutivo dell'Italia Unita: lo guiderà Camillo Benso Conte di Cavour. Morirà nel Giugno dello stesso anno e al suo posto giungerà il toscano Ricasoli.
C'è chi dice comunque che l'italia nacque il 26 Ottobre 1860 a Teano, paesello del Casertano, in cui Giuseppe Garibaldi consegnò al Re Di Sardegna Vittorio Emanuele II il Regno Borbonico. Altri tempi, altra politica, altra nobiltà.
Sulla Storia del Risorgimento si è fatto tanto ma tanto revisionismo, si è detto dell'intromissione della massoneria (ma va), delle ruberie di Garibaldi e del suo luogotenente Bixio, di quei plebisciti-burletta (come ebbe a denominarli Montanelli) di Toscana, Marche e Lazio, del Risorgimento imposto dall'alto. Tsk, tutte fandonie. si discute di minuzie per nascondere il fatto storico, chiaro e indiscutibile, di una Nazione che fino al giorno prima era solo un coacervo di staterelli, schiavi delle potenze europee, e da quel giorno ha iniziato a intravedere un futuro luminoso. Lo ha inseguito con la schiena chinata, ma mai ha dimenticato di volgere gli occhi al cielo.
Quel giorno che non ci siamo detti addio, ma ciao.

da Garibaldi di Andrea Paggiaro (2010)

martedì 15 marzo 2011

Emorragia 3D(S)

Un Alcatraz inverosimile tra alberelli e panchine rosso tramonto ha ospitato l'evento di lancio meneghino di Nintendo 3DS. Pieno zeppo di postazioni per gioco, invaso da appassionati pronti a discettare sulla genealogia di Kid Icarus e c'era pure il classico finocchietto di derivazione mtvana.
Un catering risicato ma molte belle figliole. Una Pepsi perchè se assumi alcolici poi col cavolo che concludi con successo il percorso metro+treno+automobile.
Ai giochi ora: Steel Diver è buono, si dai, interessante il giroscopio e le meccaniche si presumono divertenti. Nintendogs + cats era in versione demo, in giapponese, con un neko e un inu a guardarsi in cagnesco (ehr...), giochicchiare con un boomerang. Fatti più in là, voglio il fungo!
Crei un Mii, spari a qualche bersaglio fuoriuscito da una carta coll'ottuagenario logo "?" e ti rompi le balle. Ti volti ed ecco Dead or Alive Dimension, ben fatto, ma la demo era settata a una difficoltà a prova di imbecille. Di nuovo, Ocarina of Time in meravigliose tessiture: giri un attimo il Kokiri Village, sogni per qualche secondo e saluti l'eroe in verde. Infine il Kid Icarus Uprising in versione blastatoria a scorrimento. E questo fila, ma, forse non lo ho detto, tutti i 3DS avevano i pennini bloccati, della serie me ne porto a casa uno essì. Quindi gran parte dei giochi li hai testati in versione iPhone con le tue ditone che appena prima si erano sbavate diversi centimetri cubi di focaccia alle olive e/o ai pomodorini. Nintendo tiè!
Sul 3d si dicono peste e corna: per quanto lo schermo sia di dimensioni sufficienti affinchè una persona incollata a chi gioca possa ugualmente fruirne, in realtà la dinamica di poco cambia rispetto alla visione in due dimensioni e solo in certi frangenti o con certi giochi (più sapienti) si notano gradevoli effetti. Effetti di pochi secondi, nulla di più.


domenica 13 marzo 2011

Il cellulare che (non) ci meritiamo

Che goduria scrivere la parola fine al restyling mobiletelecomunicativo.
Il punto di partenza era ben documentato a queste latitudini un paio di mesetti fa.
E da allora chi sta da questa parte si è messo in moto verso due importanti direttrici:
- fase uno. Proprio nel mentre che tu ti appropinqui a rinnovare la fedeltà a Nokia, Nokia ti volta le spalle e se ne va con gli americani di Microsoft. Vatti a fidare di questi scandinavi saunisti, babbonatalisti, welfaristi e pure un pochino gai.
Costo dell'operazione? Microsoft regala a Nokia un miliardo di rubli sottratti a Vorkuta nei primi sessanta (la vera storia raccontata in Call of Duty Black Ops. Che non è la pezzente fantapolitica di Homefront, l'unico gioco la cui longevità è inversamente proporzionale al tempo impiegato per pronunziarne il nome) per piazzare sui futuri nokiafonini il sistema operativo Windows Phone 7 o forse si chiama Windows Mobile 7. Il sette di sicuro c'è.
Anche perchè Symbiam è in caduta libera e te lo ha detto un ometto tozzo di Sony Ericcson.
Ma, eceunma, da tale operazione vanno sottratti euro 299, ovverosia l'ammontare della cifra di un esemplare di Nokia c-6. Quello che sarebbe finito nelle tasche del sottoscritto se non bla bla bla.
La scelta quindi è dell'Optimus One di LG. Smartphone di fascia bassina con Android 2.2, schermo capacitivo e qualche infinocchiata caratteristica che potete pure andarvi a leggere sul sito ufficiale dei jappici. E stavolta pure non lo linko.
Tant'è che aldilà di un wi-fi sempre prossimo al collasso, di uno schermo poco sensibile allo sfioro e di adesivi inferiori prossimi al distacco, l'lgfonino è più che buono. Per quel che costa e per quel che ci devi fare: cazzeggiare su feisbuc e giocare a Game Dev Story.
- fase due. Non è che capisci molto quello che ti ha chiesto. Non ne capisci proprio un cazzo. E' carina, per questo non capisci un cazzo, ma questo la tua accompagnatrice di quella mattina non lo deve sapere. Un centro Vodafone dalle parti di Cordusio, il tanto sospirato atto di abbandono dell'operatore Tim e dell'abbraccio dell'arcigno nemico. L'ultimo atto di una pressione lobbystica degna dell'antitrust.
Di per sè la portabilità da Tim a Vodafone non è così snervante, se non fosse che nell'atto di bloccare la sim tu non reperisci più il codice puk e sfanculi l'assetto attuale della telefonia mobile mondiale in una notte di mezzo febbraio. Grazie al cielo ti è bastato inserire la sim vodafone gentilmente offerta, utilizzare quel codice puk in simbiosi con il vecchio numero per andare liscio come l'olio. Ma frattanto l'intero emisfero boreale che per comodità chiameremo la tua rubrica contatti già aveva salvato il nuovo numero.
Segue riconferma del vecchio 339 blablabla e forse la tanto sospirata pace dei sensi. O almeno così si spera.

lunedì 7 marzo 2011

Ape escape and enslaved

I dubbi comunque permangono. Non è che il quadro generale li elimini.
Sezioni platform radiocomandate. Sistema di combattimento teleguidato. Impianto esplorativo da gen passata.
Enslaved non è un gioco maturo, non ha le pretese delle cosidette KA (e difatti il riscontro al botteghino è stato infelice) eppure possiede un intreccio tra narrazione e gameplay di prim'ordine, un magistrale tessuto descrittivo che lega in maniera simbiotica la sconnessa realtà urbana post-apocalittica (alla - e ti vergogni di dirlo - Io sono Leggenda) con l'indispensabile cooperazione tra il protagonista Monkey (dietro al quale stava Andy Serkis, nella fascinosa tuta da motion capture che fu del Gollum de Il Signore degli Anelli) che fa la scimmia e la fragile Trip (capelli rossi occhi azzurri) che fa la zoccola.

La donna(ccia) qui in primo piano, colei che ci ha schiavizzato, non sta entrando in scivolata sulle caviglie, bensì sta aggirando l'angolo in cementufo per nascondersi e fuggire. La vigliacca!

Diciamo però che il gioco di Ninja Theory (gli stessi di Heavenly Sword e sotto falso nome di quella perla powerstoniana di Kung Fu Chaos) fatica non poco a sprigionare i propri meriti e forse li presenta veramente solo negli ultimi tre capitoli ( o comunque quando interviene un terzo incomodo): sarà solo allora che combattimenti, sezioni platform (rese più toste da fiamme che sbucano dalle pareti a intermittenza. Potevano proporre arrangiamenti simili qualche stage più dietro) e narrazione si incateneranno in un loop davvero godibile, e sopratutto divertente ed esaltante.
Senza fare spoiler di sorta il boss finale veiene giù piuttosto facilmente, ma il combattimento vi chiede di compiere una varietà d'azioni mai precedentemente saggiata.
Sul lato grafico Enslaved si dimostra caparbio: forte dell'Unreal Engine 3 si prodiga in virtuosismi poligonali di ottima fattura, ricorrendo solo in sporadiche occasioni alla CG. Lo splendore dei fondali a nostro avviso non viene sottolineato abbastanza e solo nelle parti finali gli sviluppatori si impegnano per determinare un forte contrasto tra la natura verdeggiante e rigogliosa contro gli ammassi industriali di una guerra di tanto tempo fa.

La zoccola di prima ora sembra terrorizzata. Cliccando sui suoi occhioni sgranati ascolterete un brano orchestrato tratto dal videogioco. Si chiama Redemption, che vince il premio come parola più utilizzata in un'opera interattiva.


giovedì 24 febbraio 2011

John Wayne, la piccola contabile e Chuck Norris

Fa parte della maturità del western andare oltre il duello finale, climax di una narrazione classicamente lineare. Il Grinta dei Coen si permette di ritrarre lo sceriffo Coburn (un magnifico Jeff Bridges, tra l'Eastwood degli Spietati e il Landon Ricketts di Red Dead Redemption) con l'arcigno rivale in un cavalcata nella prateria da giostra medievale e poi prodursi in un epilogo che ha tutto il sapore fordiano.

Piú in profondità é finalmente il tanto sospirato western degli autori di Fargo e Non é un paese per vecchi (che già al mito della frontiera si avvicinavano e di parecchio), il trionfo del seppia come fotografia e anche la spietatezza di un cinema che non fa sconti ai malanni dell'America, passati e coevi.
Più in là vive della statura degli interpreti e di una panoramicità invernale grandiosa, vive di una colonna sonora cadenzata riecheggiata piú e piú volte. Vive finalmente di un ardore volitivo e patriottico non difeso a spada tratta, ma posto continuamente in discussione: lo sceriffo é un ubriacone, il texas ranger un pavido, la quattordicenne una quattordicenne, eppure tutti non lesinano in atti di coraggio improvvisato contro la famigerata banda di Lucky Ned.

La domanda a questo punto diventa: puó un film di genere (come è orgogliosamente il western, checché ne dica qualcuno) sbaragliare ai prossimi Oscar del 27 Febbraio? Difficile fare previsioni nonostante il collaudato nome dei Coen, anche perchè il fim non primeggia mai veramente nelle categorie per cui è stato nominato.
Si vedrá. Incrociando le dita e le pistole.