martedì 23 novembre 2010

Delle 100 cose ludiche

Preso bene da vieniviaconme, segue l'elenco delle dieci più stronzate pubblicate nei primi 100 post di questo blog. E se ci scappa pure il commentino.
Legge una persona molto speciale, che noi siamo molto contenti di avere qui con noi: l'Autore!

- Devo fare la ca...momilla: già, primo intervento, chiarificazione immediata di come leggere queste pagine è perdere tempo
- E' una star di un telefilm, è nero, indossa un'armatura e si chiama Dante's Inferno: EA sa come vendere il suo merdoso action in nippolandia
- Che Msn sia un programma di merda lo si sapeva già da molto tempo. Che sia un programma bello solo ora.
- "E' di Mitsuda!!", "No è della Kajura", "Tua madre è una baldracca", "La tua è Nomura", "Nooooooooooo"... :|
- Cosa rispondere a uno che vuole convincerti che tu non sei di Olgiate? Che lei emerito elettore è un finocchio!
- C'è qualcosa di perverso nel far amicizia con questo increscioso avvenimento fisiologico, noto ai matematicus purus come epistassi: si, ogni tanto, ti capita di perdere del sangue dal naso. Embè?
- Idioti. No. Un Live Action della Città Incantata. Ma cazzo vi frulla? Presto ritorneremo a sfottere gli americani, dico bene mr. niusuic?
- Che cazzo frulla il mio cervello? Da quali ossessioni scaturisce labbalena e il metrò allagato?
Che cazzo frulla è espressione ricorrente. Pare.
- Quando un vulcano in mezzo agli oceani rompe il cazzo anche in garibaldilandia. Ipotetico condono a chi riesce a pronunciare il nome del mostro di lava, tal Eyjafjollajokull, senza mordersi la lingua biforcuta...
- La Tulliani in prima fila. 'Migghia, che figa, deve aver pensato il gentiluomo alla sua sinistra.
Gentiluomo al secolo Gaetano Pecorella. Già, ma senza Fini, nanananana...

Che famo? 'Namo o restamo?

Vieni via o resti?
Domanda trabocchetto, retorica, liturgica (come scrive Freccero su L'Espresso). Ripetuta negli ultimi giorni delle ultime settimane in questo microcosmo che chiamiamo Italia.
Microcosmo come il giardinetto dietro casa e gli insettini piccini picciù di un certo Pikmin: e l'analogia la facciamo continuare con questi scriccioli bioantropomorfi che vagano alla ricerca di sporcizia, spazzatura e ciarpame da riportare sull'astronave in avaria e da custodire gelosamente e strenuamente.
Quindi, aristotelicamente parlando, il sillogismo è presto fatto: l'Italia d'oggigiorno, spazzatura, ladri, insetti e astronavi mezze decrepite, è come Pikmin. E' come quella raccontata da Saviano ieri sera in apertura della terza puntata di Vieni via con me. E, come l'RTS di Shigeru Miyamoto, chiede a gran voce un terzo capitolo. Leggasi una Terza Repubblica. Un qualcosa che superi il berlusconismo, come ama dire il caro Vendola, già nella lite dei poveri con Grillo.
Di già, direbbe il fedele lettore! Pare proprio così, visto che gergo politico e giornalistico si accordano nel dichiarare finita l'era Berlusconi. Ma come al solito a parlare tutti son capaci di parlare, mentre nessuno prova a risolvere l'empasse e preparare un saldo futuro per il paese.
Da un lato Fini si schermisce dal volere subitissimo le elezioni salvo poi controllare un Parlamento frammentato, pronto a ripiegare su sè stesso al solo capriccio di Bocchino e co. E' questa la Destra pretesa europea che dovrebbe risorgere dalle ceneri del partito-azienda, annichilire l'eversiva esperienza del Msi? E' questa la Destra che "vuol dire etica pubblica, cultura dei doveri", come elencato nella seconda puntata di Vieni via con me dal Presidente della Camera? Ordine, senso dello Stato, rispetto delle istituzioni...e poi la mattina dopo cappuccino e brioche sale al Quirinale per parlare di questa crisi che s'ha da fare, di questo governo che presumibilmente cadrà il 14 Dicembre senza dare all'Italia alcuna legge finanziaria per il duemilaeundici, lasciandolo senza guida nelle difficoltà di una crisi economica, aprendo un dibattito sull'eticità in politica che fa tanto Fondazione Farefuturo, ma che non azzecca con la necessaria stabilità della Penisola, che brama di revisioni al welfare e del primo giro di molla al federalismo fiscale.
Nata sotto i migliori auspici, benedetta pure da chi scrive, la manovra di Fini infine si è rivelata banale come tante altre: un semplice arruffa arruffa di palazzo.
L'Italia, quella vera, quella là fuori, si riorganizza e Vieni via con me di Fazio e Saviano è un programma che parla alla pancia della gente, promuove una riflessione vera, una partecipazione attiva dello spettatore e un reale confronto con i protagonisti della politica, dello spettacolo, della cultura, delle arti, della cronaca, della comicità...
11 milioni di spettatori circa a puntata il Grande Fratello se li sogna e questo è il chiaro segnale che il cittadino vuole televisione intelligente, sapiente nelle scelte di scaletta. E' che la ha sempre voluta, ma l'eccitazione per i reality e per lo psicodramma ha annebbiato gli ultimi dieci anni del piccolo schermo. Un 33 % di share per puntata confermano l'intuizione di Fazio che già aveva avuto l'ardore nel Gennaio 2009 di ricordare i 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè con una sentita programmazione televisiva. E poco importa se Vieni via con me è piuttosto sbilanciato a sinistra con Saviano che sproloquia su eutanasia e Fazio che si lancia in battutine taciute con professionale pudore in quel di Che tempo che fa, ma sia il sottoscritto che il popolo-bue ringrazia.



Elenco delle battute che probabilmente non aiuteranno questo programma

lunedì 22 novembre 2010

Il Re berlusconiano

Esce in questi giorni (17 Novembre per dovizia di particolari) per l'editore Adelphi l'opera Le note azzurre di Carlo Dossi (1849-1910) in versione finalmente completa (milleduecentocinquantaquattro pagine).
Dunque chissene anzitutto direbbe l'amato lettore, certe robette letterarie lasciamole alle mummie dietro le cattadre liceali e invece le Note di Dossi possono interloquire pure col giovane d'oggidì.
Il letterato originario di Zenevredo, Pavia, fu uno degli animatori della scapigliatura milanese, quel protofuturismo armato dal Risorgimento italico e affinato dalla voglia di spaccare il mondo. No, non è vero, ma chi scrive ammette candidamente di non essersi mai accostato seriamente al giro d'artisti postunitari. De Amicis a parte...
Ma aldilà dei rilievi critici e delle comiche vicissitudini letterarie delle Note (per il contenuto licenzioso le precedenti edizioni furono sempre censurate o deturpate), vale la pena leggere alcuni passi della pubblicazione di Adelphi.

539. Si dice che una contessa B di Udine, immiserita per la sua prodigalità, abbia prostituito una sua figlia di 13 anni a quel re viziatore di vergini che ha nome V. Emanuele. Sta di fatto che la contessa oggidì spende e spande - e trae in carrozza la sua infamia pei pubblici passeggi di Udine.

3678. Udii accusare Manzoni di pederastia, quando era giovane e avrebbe avuto per compagno di vizio il bernardino Righetti zio di Cletto Arrighi. Certo è che Manzoni scrisse in gioventù poesie assai licenziose. - Udii anche come Carlo Alberto nel 1849 fosse fuggito da casa Manzoni travestito da carrettiere.

4595. Vittorio Emanuele fu uno dei più illustri chiavatori contemporanei. Il suo budget segnava nella rubrica donne circa un milione e mezzo all'anno mentre nella rubrica cibo non più di 600 lire al mese. A volta di notte, svegliavasi di soprassalto, chiamava l'aiutante di servizio, gridando "una fumma, una fumma!" - e l'aiutante dovea girare i casini della città finchè ne avesse una trovata, fresca abbastanza per essere presentata a S.M.

E con quest'ultima nota ha, ho, detto tutto, passato e presente.

sabato 13 novembre 2010

Vox populi: Django ha qualcosa da dire

Dare voce a chi voce non ha. Non la ha mai avuta o non la ha più.
Così nasce La voce del western italiano, documentario amatoriale preparato da quanti s'occupano dello Spaghetti Western Database. Punto it.
E ho detto tutto: siamo dalle parti di chi si beffa della nota spregiativa cinema di genere al western all'italiana, di quella critica che Leone blablabla (ci mancherebbe...) e poi evita accuratamente quanti hanno seguito, perfezionato, limato, sperimentato con la formula del regista romano. Quello dei nè buoni nè cattivi, solo brutti.
Si parla dei Django e dei Trinità, si parla di Corbucci, di Tessari, di Castellari, si parla dei Nero, degli Eastwood, dei Fonda, dei Van Cleef, dei Gemma. Elenco infinito di film, registi, interpreti della migliore stagione del cinema italiano, o meglio quella pèiù redditizzia a livello mondiale: saranno mancati i riconoscimenti, ma il pubblico aveva imparato ad attendere con maniacale questi film così crudi e crudeli, queste storie di vendetta e di amore, di massacri e d'isolati duelli. Pur con una qualità audio mah, un sonoro beh e un montaggio boh, La voce del western italiano è opera eloquente intrisa di passione e caparbietà, utile se non altro a tracciare un sunto degli oltre 600 film che possono di diritto fregiarsi del titolo di Spaghetti Western. Che è grande film italiano come il filone neorealista e i Fellini e gli Antonioni e i Tornatore: in effetti si sottolinea come il cosidetto cinema impegnato sia stato sempre l'unico cinema spinto all'estero, candidato a Oscar, quando in realtà spesso si tratta di pellicole intense per carità ma guardate con sufficienza e scherno dal pubblico. Le giurie internazionali difatti raramente hanno supportato tali scelte cinematografiche, che specie negli Usa non trovano molto seguito: il cinema è anzitutto industria e deve battere cassa con produzioni che avvincono il pubblico. Da qui semmai gli Oscar alla carriera in extremis ai Fellini, ai Morricone e a quelli che in carriera ne son sempre rimasti asciutti.
Intesi quindi? Il western italiano sarà pure ora ridotto a una macchietta a sporadiche pellicole indipendenti, ma nel passato ha dettato legge e ha avuto un riconoscimento e un rispetto che ogggigiorno si stenta a considerare, quando dovrebbe essere vanto nazionale. Perchè se gente che si è spupazzata Red Dead Redemption oltrestivale e ha pensato anzitutto ai panorami di Leone o di Corbucci anzichè alle colline di John Ford, beh deve pur significare qualcosa...



P.S. a chi di western non ne frega una ceppa, può almeno trovare interessante la sequenza introduttiva del documentario, quella con sottofondo il rap di Nas che da voce al celeberrimo brano Estasi dell'oro.

martedì 9 novembre 2010

Operazione fumo passivo

Dunque a Call of Duty ci giocano calciatori stempiati, tristi presentatori tivvù, antichi rapper, dj radiofonici zoofili. Ci giocano quattro o cinque ore everyday pure disoccupati diciannovenni.
E' il circo videoludico, bellezza!
Call of Duty Black Ops, ultimo episodio della serie sviluppato da Treyarch e ambientato nel cuore della Guerra Fredda, intende fare di questo malsano carrozzone un motivo di vanto. nani, mignotte, giornalisti con ciuffetto, col riporto, col cappello a drinkare e parlare, giocare e squadrare. Ieri sera all'Alcatraz di Milano.
Un fumo che non ti dico invadeva palco e sottopalco: del gioco hai visto poco, giusto la prima missione e nemmanco tutta. Ma ehi, lo acquisterai e te lo giocherai. Garantito!
Piuttosto c'era un giovanissimo che ha sfidato online altri giovanissimi in tutta Europa in eventi similari e quindi li ha stracciati in questa arena simil-artica, bondiana e innevata. Clarence Sedorf da Milanello un'ora più tardi ci ha riprovato ma in italiavisione ha fatto una figura non proprio dignitosa al 100%.


Un Lunedì sera tra i vip di una Milano dabbere, che festeggia pure l'approdo di un orpello per infanti. Tra veline e soldati perunpomeriggio, tra colleghi più o meno coetanei e finocchi delle agenzie di comunicazione del centro-Nord, hai rimediato nell'ordine:
- una stanchezza e un sonno letargico
- un crampo al polpaccio
- un qualche maldipancia imputabile al buffet


Foto scippate a Gamescollection.it. L'Autore ha perso fiducia nella propria digitale!