mercoledì 20 luglio 2011

In Germania ci vado con un rotolo di carta igienica

Piccolo sfogo personale. Concedetemelo come mi concedete sempre tutto.
Ci abbiamo fatto una guerra, volendo pure un'altra più tutte quelle nei secoli dei secoli amen addietro. Secoli di Alemanni e Marco Aurelii, di imperatori che si facevano millemila km per ricevere della ferraglia sul capo, secoli di Frusberg, secoli di coalizioni antifrancesi, secoli del Piave mormorava, secoli di operazione Alarico.
Poi abbiamo deciso di non farci più la guerra e di stare sempre più vicini vicini in una grande comunità. "Ciao. Sono l'Inghilterra e sono tre giorni che non bevo Brandy". "Salve a tutti. Sono la Spagna e non bevo Sangria dalle 10 di ieri sera". "Bonjour. Je suis la France et je ne m'incule pas avec une bouteille de Champagne depuis midi". "Buongiorno ich non bevo Lambrusco da ich tipo ich ecco ich".
E stare in una grande comunità implica che per andare in tutti i paesi civilizzati del Vecchio Continente (la Svizzera non è contemplata proprio per questo, mica perchè è neutrale) io non abbia più bisogno del Passaporto. Non fosse altro perchè avere a che fare con la burocrazia bretone, fiamminga, allemagna, castigliana, calabrese è una gran scocciatura: e paga questo e dammi foto senza gli occhiali a raggi x e ritorna tra venti giorni e ritorna tra un mese e ritorna tra un mese due settimane e un cicinino e ritorna tra nove settimane e mezzo e non ci pensiamo più. Perchè tutto il mondo, pardon Europa è paese.
Quindi io posso recarmi in, putacaso, Germania domanimattina senza dover sorbirmi le trafile del 15-18. Non serve forse ne manco la carta d'identità, basta che scrivi nome e cognome, data di nascita dai non facciamo i timidi, sul foglio fina fina fina con il quale ti sei appena carezzato il culo e lo porgi al gentile teutone per poter entrare in Baviera. Salutato dai grugniti di quegli adorabili barra teneri villici.
Tutto questo per dire: cazzo devi andare a fare domani con la carta d'identità all'ufficio anagrafe, eh?

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