giovedì 21 febbraio 2013

Maroni vs Ambrosoli dalla fila centrale...

...quella in cui è possibile allungare le gambe. Sapete, mi piace distendere le c.d. lunghe leve e stare comodo.
Specie se il menù pomeridiano prevede (prevedeva per mercoledì 20 Febbraio) una tre ore di ascolto dei due candidati in lizza per la carica di Presidente della Giunta della regione Lombardia: Roberto Maroni e Umberto Ambrosoli.
Mi sembra possa interessare la condivisione di quanto hanno detto a breve distanza l'uno dall'altra, magari farcendo il tutto con un paio di battute che probabilmente i giornali si sono dimenticati di riportare nel trafiletto stampato.

Roberto Maroni
Su di lui pende una imitazione curiosa di Crozza che lo vede come un essere umano privo di collo, che ricorre frequentemente a termini anglofoni e parolone arzigogolate. Eccezion fatto per il collo (che c'è, anche se ben celato dalla camicia/giacca), gli altri due aspetti ci sono eccome. Passo all'elenco: start-up, infrastrutturazione, incubatori tecnologici, delocalizzazione, detassare, defiscalizzare, legal affaire expert ("l'ho detto in inglese per darmi un tono"), il triplete scouting ed-hunting best practicesssss.
Dimostra agilità fisica quando con un saltello balza sul palco, spirito quando freccia Giannino con l'inciso "...quando mi sono laureato io...per davvero..." e poi sbrodola i suoi sogni di macroregionalizzare il Nord, fare la start-up della start-up con un fondo perduto da destinare a giovani con buone idee anche se sono terroni. Io sento un fermento positivo ("il sangue nelle vene" tanto caro a Jovanotti e al Cardinale Scola) quando parla di contrastare il trasferimento delle imprese in Canton Ticino, anche attraverso l'isolamento diplomatico operato dalla euroregione Piemonte+Lombardia+Veneto+Friuli+Slovenia+Baviera+Rhone Alps. Se serve un fucile per la successiva invasione io posso procurarmelo, Bobo!
E l'uditorio come reagiva? Beh c'era una ragazza dall'ipnotico sì sì con la testa, un altro che stringeva tra le mani gli occhiali rossi alla Maroni (incredibile ma vero!) e lo stesso candidato che un certo punto ha promesso a tutti il suo numero di telefono. Tombeur de femmes...

Ce l'ho duro Umberto...

Umberto Ambrosoli
Comincia male l'avvocaticchio con un ritardo giustificabilissimo ma che si è fatta una certa e inizia a venir voglia di tornare a casina. Con mezz'ora d'anticipo la sala inizia a svuotarsi dei fan di Van De Sfroos e promotori dell'indipendenza della Catalogna per lasciar spazio a molteplici cloni di Ambrosoli. Sul serio, stessa barba stessi occhiali...impressionante.
Nell'attesa gli fa da gruppo spalla la capolista Lucia Castellano, ex direttrice del carcere di Bollate che parla di quel luogo di reclusione come se fosse a noi tutti familiare, come se noi tutti fossimo stati suoi ospiti. Che tenera...
Poi arriva lui, il contegno gioviale, la lingua umidiccia che sfocia in una cadenza torinese.
E' un bel bambino quando gli si illuminano gli occhi parlando di una fabbrica di Colico, giovane (nata nel 2006) dove lavorano giovani ingegneri che fa giovani valvole di profondità per pozzi petroliferi salcazzo. E anche lui il pippone su Expo, di qaunto la paghetta di Bersani lo dovrebbe aiutare a creare occupazione e ricchezza non solo per il 2015 ma anche per gli anni a venire. Superiamo il patto di stabilità tutti insieme, integriamo territorio e grande evento, demafizziamo..ops....
Lo saluto perchè davvero non ce la faccio più quando racconta indignato il sistema politico codificato per spartirsi le poltrone di direttori sanitari. La sua soluzione è convincente a metà: metodo meritocratico si può fare, ma serve davvero una commissione di esperti di altre regioni? Dai puoi inventarti di meglio Pisapia-junior...

 Bang!

Headshot!!

Fun Fact: gli staff di entrambi i candidati trafficavano con iPad e ritrovati Apple. Maroni teneva sottobraccio il tablet

1 commento:

  1. Solo per darti un'idea del risultato della spartizione delle poltrone nella sanità: 3 dirigenti d'azienda ospedaliere dimessi per processi mafiosi (in cui erano già invischiati PRIMA della nomina: Milano1, Pavia. Questi personaggi erano stati fotografati alla riunione dei boss a Paderno Dugnano), 1 dirigente dimesso perché non aveva i titoli richiesti (Sondrio), diversi indagati per peculato, corruzione e appalti truccati (il minimo sindacale in Italia). Ovviamente, visto che i sottoposti si facevano tutti indagare, non si è fatto mancare niente anche Direttore Geneale della Sanità lombarda, Lucchina.

    Per favorire le nomine degli amici e degli amici degli amici sono anche state cambiate le regole e i titoli necessari per prendere il posto di dirigente d'azienda ospedaliera. Parenti, amici, ciellini, leghisti... Con risultati evidenti, sia nella sanità privata (Pezzano, Abelli, Giussani, Daccò, Formigoni...) sia in quella pubblica (per citare un esempio a noi vicino: a Legnano sta chiudendo il reparto di neurochirurgia, il migliore d'Italia per incompetenza nella gestione dei fondi).

    Ah, tra i dirigenti c'è anche uno che ha come merito l'aver coperto uno scandalo (privato) che riguardava la moglie di Maroni. Un'altra ha dimostrato tutta la sua abilità cantando nella band dello stesso ratto-Maroni.

    Gente di alto livello, davvero... Mi sembra necessario chiamarli da fuori gli eventuali esperti... Ma proprio dall'estero! Almeno c'è un minimo di garanzia che siano imparziali...

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