lunedì 23 maggio 2011

Echi di altri libri occasionali

Facciamo cultura. Con la cultura non si mangia, ovvio. Ma tanto si tratta solamente di un copiaincolla, di quelli che non ci vuole niente a farlo. *Devo copincollare più spesso*
Umberto Eco se ne esce in questi giorni insieme a Bompiani Costruire il nemico e altri scritti occasionali, che è un po' come dire vi spremo tutti fedeli lettori, vi mungo, ecc, che a questo punto dovreste avere appena finito quel mappazzone del Cimitero di Praga. Sempre Bompiani. Che scritti occasionali sono un po' anche quelli che puntualmente pubblicano queste latitudini. *Devo fare anche io un libro allora*
Wlodek Goldkorn lo ha intervistato per l'Espresso, per noi, per voi, per poi...
Riporto un brandello di conversazione su ciò che i libri insegnano, imparano, impalano e non continuo che poi mi viene da ridere...

Lei ha 50 mila libri...
"Il mio collezionismo nasce verso gli otto anni, dall'aver scoperto in cantina libri non rilegati, appartenuti al nonno. Il collezionismo dei libri antichi invece è cominciato quando ho scritto "Il nome della rosa". Visto che ho guadagnato con un libro, ho speso i soldi in altri libri".

Cosa la incuriosisce in un libro antico?
"Intanto il tema. Spesso è legato al mio lavoro. Mentre scrivevo "Il cimitero di Praga" per anni compravo le prime edizioni delle polemiche antisemite e antigesuite. Per "L'isola del giorno prima" ho raccolto volumi dei navigatori nei mari del Sud e carte geografiche. Talvolta mi interessa un libro con annotazioni a margine. Ho incunaboli con note in due colori così belle da essere più attraenti della composizione originale della pagina".

E' la curiosità per le vite degli altri?
"Tracce di possesso che ti raccontano delle storie".

Si comprano e leggono i libri perché si è curiosi delle vite altrui?
"Certo. Un analfabeta che muore a 70 anni ha vissuto una sola vita di 70 anni. Io di anni ne ho vissuti 5 mila. Ero presente quando Caino ha ammazzato Abele e quando Giulio Cesare è stato ucciso, e anche alla battaglia delle Termopili e quando Leopardi guardava l'infinito. La lettura ti dà l'immortalità, all'indietro. Scrivere invece è una scommessa nell'immortalità in avanti, ma senza garanzia".

Nessun commento:

Posta un commento