lunedì 7 marzo 2011

Ape escape and enslaved

I dubbi comunque permangono. Non è che il quadro generale li elimini.
Sezioni platform radiocomandate. Sistema di combattimento teleguidato. Impianto esplorativo da gen passata.
Enslaved non è un gioco maturo, non ha le pretese delle cosidette KA (e difatti il riscontro al botteghino è stato infelice) eppure possiede un intreccio tra narrazione e gameplay di prim'ordine, un magistrale tessuto descrittivo che lega in maniera simbiotica la sconnessa realtà urbana post-apocalittica (alla - e ti vergogni di dirlo - Io sono Leggenda) con l'indispensabile cooperazione tra il protagonista Monkey (dietro al quale stava Andy Serkis, nella fascinosa tuta da motion capture che fu del Gollum de Il Signore degli Anelli) che fa la scimmia e la fragile Trip (capelli rossi occhi azzurri) che fa la zoccola.

La donna(ccia) qui in primo piano, colei che ci ha schiavizzato, non sta entrando in scivolata sulle caviglie, bensì sta aggirando l'angolo in cementufo per nascondersi e fuggire. La vigliacca!

Diciamo però che il gioco di Ninja Theory (gli stessi di Heavenly Sword e sotto falso nome di quella perla powerstoniana di Kung Fu Chaos) fatica non poco a sprigionare i propri meriti e forse li presenta veramente solo negli ultimi tre capitoli ( o comunque quando interviene un terzo incomodo): sarà solo allora che combattimenti, sezioni platform (rese più toste da fiamme che sbucano dalle pareti a intermittenza. Potevano proporre arrangiamenti simili qualche stage più dietro) e narrazione si incateneranno in un loop davvero godibile, e sopratutto divertente ed esaltante.
Senza fare spoiler di sorta il boss finale veiene giù piuttosto facilmente, ma il combattimento vi chiede di compiere una varietà d'azioni mai precedentemente saggiata.
Sul lato grafico Enslaved si dimostra caparbio: forte dell'Unreal Engine 3 si prodiga in virtuosismi poligonali di ottima fattura, ricorrendo solo in sporadiche occasioni alla CG. Lo splendore dei fondali a nostro avviso non viene sottolineato abbastanza e solo nelle parti finali gli sviluppatori si impegnano per determinare un forte contrasto tra la natura verdeggiante e rigogliosa contro gli ammassi industriali di una guerra di tanto tempo fa.

La zoccola di prima ora sembra terrorizzata. Cliccando sui suoi occhioni sgranati ascolterete un brano orchestrato tratto dal videogioco. Si chiama Redemption, che vince il premio come parola più utilizzata in un'opera interattiva.


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