martedì 27 aprile 2010

Dal Garda all'Iseo: cronache bresciane

Ci sono solo morti in "Piazza della Vittoria". Un monumento ai caduti, ai molti patrioti. Nella giornata della riscossa, dell'orgoglio nazionale, dell'azione patriottica, Salò, oggi località turistica sulle rive del Garda, riscopre il proprio cordoglio. Il 25 Aprile nelle strade del centro nevralgico della Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio messo in piedi da Hitler nel Settembre 1943 e consegnato alle squadracce mussoliniane, tragico epilogo di vent'anni di dittatura. Nessun barlume di festeggiamento, nessun vivido entusiasmo, ma solo i volti contriti di chi vuole solo dimenticare il tenebroso passato e guardare al futuro. Persino il monumento vecchio Zanardelli, statista del primo '900 originario di quelle parti, appare stanco, emaciato, irrigidito nel suo lungo tabarro: alza a malapena gli occhi, vuole scrutare il nuovo lungolago che la città ha intitolato a Falcone e Borsellino, consegnando il loro tragico ricordo alle migliaia di turisti che affollano ogni primavera le sponde del lago di Garda. Tedeschi perlopiù, magari si erano trovati bene nel soggiorno di cinquanta e passa anni fa: la battutaccia di qualcuno.


La tangenziale inaugurata da poco introduce di prepotenza nel cuore della Val Sabbia, amena località attraversata dal fiume Chiese e dalla congestionata strada provinciale IV: la nuova strada la solca in un batter d'occhio, riducendo di molto il traffico lungo le due corsie di precedente costruzione, ora in più punti di valenza panoramica, su e giù verso il passo del Cavallo, la Val Trompia e l'altro grande lago, l'Iseo. Nell'immediato dopoguerra i valsabbini si videro installare diverse acciaierie, che ovviamente necessitavano di apposite aeree industriali dando inizio a una distruzione del paesaggio che ha subito una impennata negli ultimi anni. Le acciaierie danno ancora lavoro a moltissimi abitanti di questa vallata, ma è in queste realtà minute che la penetrazione degli immigrati si fa sentire e scombussola i delicati equilibri società/lavoro. Qui i temi tanto cari alla retorica leghista sorgono in maniera spontanea e il partito del Nord non deve far altro che annaffiarli giornalmente con sempre, più radicali, promesse. I fatti di Adro, qualche vallata più in là, hanno anche qui fortissimi echi, segno inevitabile che in ballo non vi è soltanto il rancio della mensa scolastica, ma un fatto di integrazione e mutuo rispetto che a giudicare dalla situazione sembra arriverà solo tra troppo tempo.


All'ingresso di Lumezzane si continua a salire e al suo termine si sono già lasciati diversi tornanti dietro le spalle. La discesa appare alquanto sconnessa, ma certamente piacevole, così come il progressivo spettacolo che si va aprendo appena sotto di noi: il lago d'Iseo. Nella sua città più rappresentativa, Iseo appunto, il 25 Aprile è festeggiato con tutti gli accorgimenti del caso, omaggiando la memoria della Resistenza, così faticosamente sperata, ma anche il doveroso mito risorgimentale, ricordando che già nel 1859 la città si era coraggiosamente dichiarata "Comune d'Italia". I festeggiamenti infine non possono trascurare il bel monumento a Garibaldi (datato 1883), eroe dei due mondi, che fiero guarda il lago, imperituro simbolo delle bellezze di questa Nazione. Così gratuitamente denigrate da insigni "patrioti"...

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