mercoledì 14 aprile 2010

Ematiche dissipazioni

C'è qualcosa di inquietante nel veder fuoriuscire del liquido ematico dalle narici, nel vederlo scorrere appena sotto il setto nasale e ammirarlo mentre incontra l'ostacolo del labbro superiore, scivola lungo la bocca e si schianta al suolo.
E c'è qualcosa di perverso nel far amicizia con questo increscioso avvenimento fisiologico, noto ai matematicus purus come epistassi, diffuso nel sentir comune come sangue dal naso. E tu lo conosci fin troppo bene, con esso hai assoluta familiarità: gli ultimi vent'anni sono stati scanditi da occasionali fuoriuscite, a distanza di tre mesi l'una dall'altra, con visibili eccezioni e intensificazioni a ridosso della bella stagione. E se nell'infanzia a tenere il conto delle emissioni era la lavanderia ben contenta di ripulire dal liquido rosso le lenzuola dell'orso Yogi, nell'avvicinarsi alla maggior età il fatto si è presentato all'ultimo piano del Liceo Scientifico Tosi proprio mentre il sostituto del dott. Bisanzio invocava il tuo nome (pura coincidenza?) e tu lo salutavi con un ormai leggendario "puttana" (al setto nasale ovviamente, non altri), oppure agli albori di una scampagnata tra le montagne valdostane o presso Monza preannunciando i furiosi combattimenti di qualche ora più tardi. Ricordi che in quest'ultima occasione indossavi una lucente armatura e cavalcavi un cavallo bianco; il resto è stato ahimè rimosso.
Ma quando l'accadimento non subentra in trasferte extra-casalinghe, il fatto rientra nella pura normalità: la prima goccia scende ed intercetta il palmo destro che la raccoglie prontamente, stesso destino le successive. A ciò segue una doverosa imprecazione/maledizione, nonchè una tranquilla camminata al bagno più vicino (magari quello più appartato al piano di sotto, onde non sporcare il lavabo appena lucidato). Una lavata di faccia veloce, una perdita di pazienza per l'epistassi che non s'arresta in tempi brevi, una estirpazione del male e una generale ripulita.
Schema ultracollaudato, inossidabile, infallibile: come rievocato stamattina quando nel pieno dello studio si è presentato il liquido amico e tu lo hai condotto al vicino luogo di espulsione raccontandogli nel frattempo di come secondo la teoria della subcultura di Shaw e McKay non è l'individuo a deviare, ma bensì il gruppo di cui l'individuo è membro.
Già proprio così...

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