mercoledì 17 marzo 2010

Esci: c'è un mondo (interattivo) là fuori

Se non fosse stato per la pubblicità della Nuova Cinquecento, anche quest'oggi il tuo apprezzatissimo neurone si sarebbe riposato (tanto a giocare a Lost Planet 2 non è necessario impiegarlo in toto...). Grazie tante! Già, perchè se date un'occhiata allo spot forse capirete di quanto ormai l'interattività abbia fatto breccia anche nello spazio extradimensionale, che noi suoliamo chiamare "quotidianità", per il nerd medio "vita normale". Ora è ovvio che solo un medio deficiente produrrebbe una qualche riflessione valida (almeno alla soglia intellettuale border line di questo spazio) guardando semplicemente un tizio che agita le mani e si approccia a un modellino della (inguardabile) Cinquecento. Sony lo ha fatto con il Wand/Arc/Move, che poi son la stessa componentistica inutile, che poi è un'altra storia, che poi parla di beceri pigliaperilculo.
Nossignore, la pubblicità della Cinquecento è solo il ritardario coglimento dei geni mediatici italiani di una tendenza davvero interessante degli ultimi anni. Cioè da quando incredibilmente l'industria del videogioco ha oltrepassato quella musicale e cinematografica in fatturato annuo, e molti artisti/giornalisti/politici/musicisti, eccetera eccetera si sono accorti che molte qualità di questi giochini potevano essere riutilizzate. I media sono innegabilmente interconnessi tra di loro, si nutrono dei medesimi dati sensibili, dei medesimi fatti, degli eventi che ci circondano, e li rielaborano, li ripensano, li interpretano a loro modo, con il loro linguaggio. Forse dipendendo troppo dal cinema, questo è certo, ma di sicuro non è per nulla possibile continuare a ignorarli, a ignorare quella massa di persone che continuano a preferirli ad altre forme di intrattenimento, oppure quei pochi tipi che li considerano un prodotto artistico (hanno tutto l'apporto dell'Autore, per quanto lui si discosta da una simile scuola di pensiero).
Già il pluripremiato The Hurt Locker aveva individuato nel ritmo di molti videogame di guerra (cioè Gears of War, debitamente ringraziato nelle prime scene della pellicola) un valido modo per restituire la tensione di un conflitto a fuoco, la paura verso l'ignoto, il sospetto, l'estraneo. E difatti il film della Bigelow lo intende benissimo solo uno che coi giochini ci è avvezzo, che conosce bene le dinamiche, che ha affrontato centinaia di volte orde di nemici che gli piombano da tutti i lati, che ha saputo padroneggiare una situazione veramente nuova per i suoi allenati polpastrelli. Il soldato Ryan questo non lo ha mai fatto, ma l'ignoto protagonista di Call of Duty 2 certo che sì. Per introdursi maggiormente all'entusiasta argomentazione, leggetevi il bell'articolo di Andrea Maderna su Nextgame.
Ma poi è tutto il panorama che ruota attorno al videogioco (via via ) come elemento centrale: da Obama su Second Life a South Park che fa una puntata su World of Warcraft, da Lucarelli che sponsorizza Professor Layton ad Avatar che cita fragorosamente Halo.
Giacchè un rinnovato vento videoludico carezza le nostre pelli, ci sarà molto da divertersi. Per noi videogiocatori è giunto il momento di godersi il piccolo trionfo, ma la pacchia deve durare poco, c'è ancora molta strada da fare, ci sono ancora cose da migliorare. Forse solo ora prende avvio la nuova generazione di console: è francamente un peccato che qualcuno voglia già vederla finita.


P.S. Sky ha dato The Hurt Locker in visione Sabato scorso, spacciandolo per prima visione, quando in realtà girava sul satellite già da Febbraio. Solo che allora non se lo filava nessuno, mentre oggi pare un nuovo pilastro del cinema. Così non è, non è un capolavoro, è un buon film che gioca bene i suoi spazi, i suoi tempi, le sue inquadrature. Tiene lo spettatore/giocatore sospeso, lo insidia continuamente, per poi aprirsi in un finale a prima vista impossibile. Ma che per certi versi dovrebbe avere un senso...
Ma non è di sicuro più stravolgente di Avatar, più cinico di Up in the air, più impegnato di Precious, più filmico di Bastardi senza Gloria. Stava bene nel suo anonimato fermentato, fianco a un Leone per Agnelli, ma la politica lo ha dissotterato e gettato prepotentemente alle luci della ribalta. Una Academy così Democratica è una vera novità...
La curiosa coincidenza è che Sabato scorso Electronic Arts ha diramato anche un primo trailer in-game del futuro Medal of Honor per Xbox 360 e PS3, atteso per l'Estate. Potrebbe essere interessante, lo potrebbe essere davvero se raccogliesse i molti rinnovamenti al genere che Infinity Ward ha velatamente inserito in Modern Warfare 2.
La speranza è che questo articolo debba essere aggiornato. Sarebbe un vero onore, una vera felicitazione...

Nessun commento:

Posta un commento