martedì 23 marzo 2010

Ran Google Ran!

"Riteniamo che questo nuovo approccio di fornire ricerche non censurate in cinese semplice attraverso Google.com.hk sia una soluzione ragionevole: è interamente legale e aumenterà significativamente l'accesso all'informazione dei cinesi. Ci auguriamo che il governo cinese rispetti la nostra decisione, anche se siamo consapevoli che potrebbe bloccare l'accesso ai nostri servizi"

Insomma Google ha mollato la presa col governo cinese, ha abbandonato il braccio di ferro che perdurava da diversi mesi (con notevoli complicazioni, anche politiche) e ha fatto pulizie nei propri uffici di Pechino. Le foto dei figli, la bandierina americana sulle mensole e il fantozziano ficus nell'angolo.
Ma non si sono mossi poi molto: con una mossa più o meno furba, si sono stabiliti in quel di Hong Kong, la famosa enclave cinese con notevoli autonomie (difatti è una sorta di città libera). Google.com.hk è duinque diventata la "nuova casa di Google Cina", come recita un messaggio in cinese che accoglie ora i visitatori.
Per il gigante americano vi è certamente il rammarico per aver abbandonato un mercato assai interessante da esplorare, ma per una volta si deve essere contenti perchè l'etica ha prevalso sul profitto commerciale.
Il trasloco, però, è decisamente una manovra rischiosa, perchè rappresenta una decisa sfida ai vertici del Partito Comunista Cinese. al momento la Casa Bianca non si è pronunciata, portando avanti quel relativo gelo di questi mesi nei confronti della Cina, dopo le grandi aperture del Luglio e Agosto scorsi.

Rimaniamo in tema di Google e volgiamo ancora lo sguardo a Oriente, un pò più in là della Muraglia. Il motore di ricerca quest'oggi, infatti, ricorda il centenario della nascita del regista giapponese Akira Kurosawa (avvenuta il 23 marzo del 1910, a Shinagawa, Tokyo) con un affettuoso logo monocromatico, in cui la seconda "o" diviene l'obiettivo della macchina da presa. Un gradito tributo per uno dei maggiori cineasti di sempre, una figura indispensabile per comprendere il secondo dopoguerra giapponese: per noi, così come per gli abitanti del Sol Levante, che individuavano nelle coraggiose storie da lui raccontate, negli allestimenti in costume, una fonte inesauribile di forza di vivere, tale da sopportare le angherie americane.
I piani per festeggiare questi cento anni devono ancora essere debitamente annunciati (parlo del nostro paese naturalmente); per ora si conosce soltanto l'arrivo della riedizione Blu Ray di uno dei suoi capolavori, Ran del 1985.

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