lunedì 3 maggio 2010

Ad Aristotele piace questo elemento

Il filosofo di Stagira per certo non era una sprovveduto. La chiara distinzione tra potenza e atto domina tutt'oggi uno schematismo attraverso cui interpretare la realtà. Ma piano, è il cinquantesimo post che questo perdigiorno getta sul blog e per certo non intende fare il saccente imbolsendo l'uditorio (...) con astruse citazioni e disserzioni sulla filosofia, che francamente... Du palle Ecco...
Piuttosto il concetto di atto e potenza si ben chiarifica se pensiamo alla moda del momento, Facebook. Nato come una semplicerrima bacheca interattiva, un versione digitale delle calamite appese al frigo, si è trasformata in un consultorio micidiale, una inondazione biblica di freddure ignobile, citazioni da libri/film/poemi/poesie totalmente futili perchè estirpate dal contesto cui fanno riferimento, programmi di eterna amicizia e di amore twilightizzante. Bleah!
L'utilità di poter con facilità organizzare avvenimenti, riunioni, congressi con amici e conoscenti crolla di fronte all'avanzata prepotente di gingilli inutili e cincischianti. Dunque un ottima funzione in potenza, ma che, come al solito, l'utenza è incapace di utilizzare coscienziosamente. La disarmante semplicità di tale social network ha purtroppo invogliata molti digiuni di internet e web 2.0 a cimentarsi con questo sito così chiaccherato: ora è qualcosa di totalizzante, non disporre di Facebook significa l'emarginazione dalla comunità civile. Ironia della sorte: fino a qualche anno fa chi si cimentava con il computer e provava a scoprire a fondo i vantaggi della rete era uno sfigato, un nerd, un asociale. A quanto sproloquiare porta la paranoia!
Ora i ruoli si sono ribaltati e difatti devi giorno per giorno, pubblicamente, taggare orsacchiotti alla propria amata/o, nonne baffute al proprio amico, esprimere sentenze sul cono al peperoncino assoggiato poc'anzi con la Tatti, beccare un (credo inesistente) esposto pacifista di Machiavelli, cercare insegnamenti morali da Dawson's Creek.
Più dell'eloquenza cosa c'è? L'ignoranza.
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