giovedì 27 maggio 2010

De Re Ludiceye

C'è un pò di tutto questa settimana sull'Occhio che porta la tua firma, tre succosi speciali che non attendono altro che essere letti. Due peraltro sono parti plurimensili, scritti con una certa fatica, pensati in maniera conatosa, ma alla fine portati comunque alla luce. Ecchecazz, la professionalità anzitutto.
Ma dai, per una volta facciamo sto strappo alla regola e presentiamo i manoscritti di tuo pugno, quelli che pretenderebbero di avere una serietà maggiore di certe rigacce quaggiù. Embè:

Isao Takahata E' la seconda parte (la prima non ve la linko, dipendenti pubblici che non siete altro) dell'astuta biografia ragionata (si dice così quando non trovi un cazzo di informazione sulla vita dell'uomo in questione) di Isao Takahata, che "in Italia mica è un perfetto sconosciuto. Per il pubblico di anime-fan egli è il 'regista di Heidi': niente male se si considera la disarmante latitanza di certezze tra i cultori del genere". E poi lo ritroviamo nello squisito quadrangolare Pompoko-Tomba per le Lucciole-Omohide Poro Poro-Tonari no Yamada-kun, tutti tutti ben sviscerati dall'occhio critico di chi scrive. Per completezza di informazioni occorre dire che l'Autore indossa occhiali da vista, il che a volte lo conduce a fantasiose analisi di pellicole cinematografiche.
A la page troi una ispessiti intervista con il saggista Mario A. Rumour, che poichè qualche hanno in più di te lo ha gli hai sempre dato del lei in tutte le mail scambiate. Non hai mai ceduto a trattarlo da tuo pari e questo t'illumina d'immenso. Achievement unlocked!

South Park - Stagione 13 Più o meno quando scrivevi quel post sull'offerta televisiva della Domenica sera (che tu, ci tieni a dirlo, quei tre programmi li guardavi in contemporanea!), depositavi nella casella mail di chi di dovere la recensione della tredicesima stagione di South Park. Poi divenuta, causa lunghezza, uno speciale, senza voto, senza turbe: in realtà la sforbiciata è stata assai d'impatto, condotta a più riprese per snellire un testo fin troppo sconfinato. Il risultato si può dire apprezzato (per quanto qualcheduno ritenga l'Autore un perfetto stronzo, troppo cinico in certe sue critiche), ma rimane lo scetticismo di chi scrive nei confronti della possibilità di sviluppare una matura critica televisiva, perchè il mezzo è troppo volatile, troppo generalista, troppo ampio per poter essere scomposto in maniera quanto più oggettiva possibile.

Aggreghiamo infine un bonus track, una scena tagliata, dalla recensione di qui sopra: eliminata in post produzione, quando si cercava di incastrare il 3D. Si è poi preferito eliminare tutto quanto, perchè a noi le merde ci piacciono così. Al naturale!

Al centro degli impegni politici americani, però, vi sono anche le questioni internazionali, che in South Park sono sempre state protagoniste di surreali puntate. Questa tredicesima stagione non è differente: in “Pinewood Derby”, Stan e suo padre costruiscono una automobilina in legno da competizione, impreziosendola di un illegale “magnete bipolare e superconduttore” in fase di studio in quel di Ginevra: pare che “la principessa Leila Organa di Alderaan” si sia intrufolata nel centro ricerche e abbia sottratto il potentissimo artefatto. Il giorno della gara l'automobilina supera tutte le altre, schizza al di fuori dell'edificio e si incunea nello spazio profondo: finisce per intercettare una astronave aliena, ora diretta verso la Terra. I leader mondiali sono in fermento e si mettono in contatto con la cittadina di South Park, luogo dell'impatto. A bordo del velivolo gli abitanti della Terra trovano un cospicuo gruzzolo di denaro spaziale: “sono di tutto il pianeta – sbotta la teutonica Merkel – i soldi spaziali appartengono a tutti noi”. Le trattazioni con i leader mondiali per la spartizione del bottino si protraggono a lungo (il Giappone preme per poter costruire nuovi robot giganti, il Messico in meno di una settimana erige quattro nuovi parchi acquatici e la Finlandia, che vuole spifferare tutto alla polizia spaziale, viene distrutta dalle altre nazioni all'unisono. “Oh no, poveretta”), sino all'inevitabile epilogo in cui la polizia spaziale condanna l'avidità e la bramosia terrestre escludendola per sempre “dal resto dell'universo”.


Avatar e... che altro? Beh, lo scoprirete nella prossima puntata, o meglio nella continuazione di questa. Si parla in maniera agevole di tecnologia, di Apple e IPad, James Cameron e Avatar, si pensa che ogni tecnologia non debba essere sfruttata sino all'inverosimile, ma in maniera oculata e intelligente. Tante grazie: leggetevi quanto si dice su Na'vi e compagni per capire che non sono semplificazione. E questo vale non solo per cinema e videogiochi: ecco...

1 commento:

  1. In una sorta di delirio d'onnipotenza, ecco l'articolo del Venerdì: anteprima di Virtual On Force.
    http://www.everyeye.it/xbox360/articoli/virtual-on-force_anteprima_11540

    RispondiElimina