domenica 18 luglio 2010

Calda calura. Caldoro

Occhi scavati sopracciglia lisce. Un sasso guardava la ragazza, la quale caldamente non ricambia. Ipnotica la voce, ipnotica la faccia a triangolo. Silvia rimembri ancora? Eh eh? Parla in un linguaggio alieno, ma forse forse oriundo. Voce cavernosa, respiro da maratoneta. Ascolti questo ambasciatore della pietra comodo sul letto reclinato, a tuo agio nell'assurda posa voluta da Pitagora. Il quadrato costruito sul braccio è uguale a bla bla bla.
Distorsione. la vista s'annebbia. Attentato si tratta d'attentato.
L'informatore informa che le informazioni informatiche infierivano fuorvianti fino al fosforoso fattaccio. Che poi vuol dire tutto e niente. Carne o pesce? L'oste insisteteva, forse gradiva uno schiaffo sul grugno, ma al grido di 'stupiscimi' ella lo liquidava con grazia felina. E quei modi gentili e quel dar del lei, quella ciocca a elica sbucante dal suo bastimento di riccioli. Sangue, color del rosso.
La bottiglia stappata, sordo suono di sognante sapore, la pietanza esotica. Tutto troppo buono: giusto un filo meno di sale sul conto. Non s'arrabbi tenero signore.
Borsetta crema, deserto lungo lunghissimo, dune di fine sabbia abusiva, un castello gonfiabile a ridosso dell'orizzonte. Un muro invalicabile già a questa distanza, sempre che occhi occhiali binocoli telescopi non ingannano la fragile percezione del mondo del cosmo dell'edificante formicaio.

Rieccolo l'orrido feziale in pietra e cilindro. Come farà a non patire il fetore di mughetto spirante dal mare nostrum, vestrum, lorum? No, non ci vengo con te, non mi incanterai con la tua stupida Pearl Harbor.
Piuttosto prendo a perseguitare un percorso tutto mio, minacciare un sentiero, costeggiare un battistrada che patisce la disidratazione.
Saggia la ragazza: continuava a seguire il suo vago destino

2 commenti:

  1. Ti sei dato al futurismo? Sei in ritardo di solo un secolo...

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  2. Giammai.
    Solo cazzate in libertà. Non così distante dai miei canoni...

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