venerdì 15 gennaio 2010

Cosa sei andata a fare sopra a Posillipo?

La campagna illuminata dal sole mattutino pare un ricordo lontano quando il vagone le passa accanto con estrema noncuranza. E' taciturna, è seduta un sedile più in là e fissa compostamente dinnanzi a sè quel vuoto fatto di stoffa bluastra. Non accenna sorrisi, raramente si volta, rimembra nei suoi pensieri, chissà cosa diavolo sta cercando negli anfratti cerebrali.
Estrae dappoi un quadernetto di pelle nera, all'interno vi è uno specchietto e con un gesto pacato e rilassato si sistema una ciocca di capelli fuori posto. Sono neri, neri come l'oscurità...
Ha una maglietta color rosso, rosso fuoco, proprio come i suoi capelli. Ci gioca, è sbarazzina, parlotta sottovoce, pare divertita. Negli occhi si legge la perfidia, ma anche un inguaribile timore. Celato, sopito.
Ma quella semplice sciarpa marrone stenta a nascondere il suo viso spoglio, struccato. Prende sonno, i lunghi capelli le coprono il volto: la contrita posizione si riflette sul finestrino. Il suo languido sguardo, il suo gentile sorriso è un'ombra che svolazza sulla campagna all'imbrunire.
Ma tu, tu, cosa sei andata a fare sopra a Posillipo?

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