lunedì 11 gennaio 2010

Elefanti su quattro ruote

Il nome di questo spazietto è De Re Ludica, lo si può intravedere tra gli imperiosi poster di Dragon Blaze e Guwange (l'intestazione è provvisoria e sarà modificata non appena l'Autore smetterà di torturare samurai in Guwange e si dedicherà a qualche programmino di grafica. Cosa che non avverrà in tempi brevi data l'invidia manifesta del signor Blaze, Dragon).
Ma, come molti lettori fanno notare, fino ad ora non si è per niente parlato di "de" (??), nè di "re" (parliamone, nessun problema, a patto che qualcuno segnali un monarca con un cazzo di potere degno di questo nome: esclusa la possibilità di rompere le scatole dieci anni dopo dicendo che lui si era opposto a una seconda guerra del golfo. Contasse politicamente almeno la punta della stilografica con cui confeziona certi "regali") e neppure di "ludica". Il gioco, il sano divertimento manuale...
Ora un post su Mago Libero o Rubamazzetto è sempre il benvenuto, ma poichè qualcuno concede con entusiasmo spazi sempre più ampi (ahia, somebady help me!) in anfratti telematici per discutere di videogame e della loro perenne guerra con tutto il circondario artistico, culturale e sociale, forse è d'uopo narrare talune imprese anche qui, in questa cavernucola dove vivi solo e qualcuno di tanto in tanto bussa per portarti un poco di mammut avanzato. Le ali sono la parte più deliziosa, ma siccome anche qui Darwin ha fatto lo scherzo di levarle una ad una, una coscia va più che bene...

Dunque si diceva che è giunta l'ora di parlare di questi videogiochi, prodotti di intrattenimento interattivo, che da quasi dieci anni hanno ipotecato il tempo libero dell'Autore. Egli ha per il momento evitato precisi riferimenti, proprio perchè videoludicamente l'ultimo periodo è stato piuttosto calmo. L'unico prodotto significativo a cui è stato dedicato un certo quantitativo temporale è stato Rallysport Challenge.
Vecchio, ormai di una generazione fa. E' un titolo spesso dimenticato, ma che in realtà ha moltissimo da dire. Sviluppato dagli svedesi DICE (che poi insieme ad EA hanno dato il via alla serie Battlefield per poi aspirare all'olimpo con Mirror's Edge, lodevole tecnicamente, assai spoglio come giocabilità: e in queste pagine la giocabilità regna sovrana!) si è visto inizialmente su PC e poi anche al lancio dell'Xbox (era il secondo anno di "questo fottutissimo secolo"). E qui già il primo inconveniente: Project Gotham Racing di Bizarre gli ruba la scena.
Eppure la versione console non è abominevole come si potrebbe pensare, visto che allora molti criticavano la macchina Microsoft ritenendola troppo simile ad un PC. Rallysport Challenge è un prodotto che all'interno di una veste arcade (poche varianti da tenere conto, tutto un gioco di pressione dei dorsali tra freno e accellerazione) pone una struttura votata al professionalismo (com'è tipico dei racing su computer). Un titolo molto esigente, ma capace anche di offrire una guida spensierata e abbastanza libera. Graficamente lodevole (ma su questo il 128 bit Microsoft ci ha abituati sin da subito bene: texture pulite, poligoni non in numero così alto ma abbastanza da fornire un contesto il più fotorealistico possibile), si fa valere per un doppiaggio italiano discreto (per quanto da Sega Rally in poi, l'espressione "easy left" ha un impatto maggiore che "curva semplice a sinistra", specialmente perchè quando lo speaker italico ha terminato la sua frase la curva semplice a sinistra è già stata raggiunta, effettuata e si è pronti a ripartire verso l'ennesimo burrone).
Sicuramente in altri anfratti Rallysport Challenge avrà l'ornato linguistico e critico che merita, ma qui basta un consiglio. Trovatelo, spulciatelo e giudicatelo: è o no l'ennesima perla dimenticata della prima Xbox?

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