giovedì 18 febbraio 2010

Il paradosso di Sahz (nell'infernale inferno di Dante)

La sindrome di Nomura ha colpito ancora: dopo il personaggio afro Sahz, spalla umoristica di Final Fantasy XIII, un altro individuo dalla pelle "un pò troppo abbronzata" diventa l'emblema di un videogame e appare sulle scatole dei cereali. Manco fosse Joe di Maggio...
Le ragioni sono totalmente sbagliate: Electronic Arts dopo aver preso ad asciate un poema, scorticato vivo il dio della guerra, si diverte a prendere per il culo il popolo dagli occhi a mandorla. Dante's Inferno è in procinto di sbarcare in Giappone (la certezza è che, almeno laggiù, non sbancherà...) ed EA ha trovato un testimonial. Una genialata...
Vedere per credere....


Il figuro, vestito dell'armatura da crociato del padre della terzina incatenata, reca in mano la copia PS3 del gioco e una tazza ove versare i corn flakes, non prima del latte ovviamente...
Aldilà della ridicola tenuta, quest'uomo ha una particolarità: è negro!!
Cioè cioè, un Dante di colore? Manco fosse una pallida popstar...
Ma piano, ehi, EA ha una valida spiegazione: quest'uomo che forse prende un pò troppo sole in quel di Miami di cognome fa Carver. E di nome Dante. Già.
E' una delle star del telefilm White Family, che già di per sè non giustificherebbe un attore di colore. Il razzismo non c'entra, è il melting pot forzato che infastidisce. Fermo restando che, Brutal Legend a parte, Electronic Arts per l'Autore non ha motivo d'esistere...

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