domenica 14 febbraio 2010

Cry of the banshee: come far fuori ragni metallari

Già, con l'ordine fatto il trentunesimo giorno del dodicesimo giorno del duemilaenove, lunedì la simpaticissima bustina di play.com ha recapitato l'atteso (auto)regalo di Natale. Ma perchè le spedizioni da nippolandia e comunistlandia giungono in dieci giorni scarsi, mentre le giubbe rosse ci impiegano quasi due mesi? (io non mi lamenterei così tanto del littorio servizio postale. Con lui le missive arrivano in orario...).
Fortunatamente, però, anche se di questi giorni non c'è nulla da festeggiare (e la Quaresima è proprio dietro l'angolo, così come la Mariolina si prepara a chiederti perchè perchè la burocrazia è inefficiente), Brutal Legend, l'attesissimo nuovo videogame di quel genio di Tim Schafer (già autore di Grim Fandango, Secret of Monkey Island e nientemeno che Psychonauts), è di per sè una festa. Non già un'orgia grafica, ma un colorato affresco sul mito perduto del metal anni '70 (dei primi anni settanta). E se l'Autore in tale contesto non può nascondere la sua ignoranza e la sua impreparazione, è altresì vero che qui (dopo due giorni di gioco), in questo mondo brutale, ma "a suo modo figo", ha ritrovato un pò il sorriso.

Power of metal

Gli dei del metal lo hanno irretito in un crescendo di lucida ironia e investimento di creature che dagli schizzi di sangue sembrano cervi. Brutal Legend a prima vista pare una commistione di generi, sembra uno Zelda, ma l'insistenza free roaming della sceneggiatura lo incanala su altri binari. Con il proseguimento dell'avventura si potranno tendere ulteriori giudizi e segnalare alcune divertenti battute che già si sono raccolte sul taccuino.
Per il momento l'epico combattimento con questo ragno di metallo si è rivelato una figata assoluta (anche se tutt'altro che difficile. Difficile piuttosto capire quali attacchi ne scalfivano la lucente corazza), grazie al sottofondo di Cry of the Banshee dei Brocas Helm (mai sentiti, ma qualcuno la fuori li conoscerà senz'altro...). E' già fucking awesome al solo ascolto, figurarsi con in mano un'ascia a debellare con epica forza orde di ragnetti del cazzo.


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