venerdì 5 febbraio 2010

Un rosso Ryu Hazuki tra storia e preistoria

La nonnetta vien dalla campagna in sul calar del sole col suo cagnaccio al guinzaglio: è la via della chiesa, sfotte. E ritorna a vivere la sua insulsa esistenza da Png nella tua vita.
Svoltato l'angolo forse ancora si trova un ignoto vecchietto o una strada nuova e sarò condotto dalla fortuna a est del sole a ovest della luna: Thaon De Revel, è quella via che incrocia. La pronuncia è terribilmente milanese, per quanto il malafemmiano "se ghè" non è stato pronunciato. In fondo, in fondo... Verso sud quindi, direbbe il compagno Vendola.
Finalmente il cancello è inequivocabile: il logo Nintendo e i cartonati di Monster Hunter Tri conducono al luogo designato, ancora meglio delle briciole di Pollicino. Si conclude così la parte esplorativa: where is Wan Chai? I'd like to reach Wan Chai. E puntualmente quei cazzo di vecchietti assumono una posizione sprezzante e superiore solo in questi casi: ugualmente per noi imberbi sono una risorsa preziosissima per perpetrare il nostro cazzeggio giovanile.
Ha ora inizio la parte sedentaria, una lunghissima cut scene che vede prendere posto l'Autore (dietro dei bimbiminkia sudaticci e con la maglietta degli Iron Maiden, davanti un biondiccio altuccio, ingombrante col suo giaccone e il suo crapone) all'interno di un aula semi-storica, stamberga in epoca napoleonica, divenuto chiccoso in tempi moderni. Potere delle belle arti? Di Bondi?
Dunque ti parlano due omuncoli che hanno sviluppato questo hack'n slash dal titolo Monster Hunter Tri, bello bellissimo, ma che all'Autore non ha mai convinto più di tanto (lungo, lunghissimo, impegnato, impegnatissimo): si chiamano Ryozo Tsujimoto e Kaname Fujioka, il primo è un Kojima sfigatissimo (e già il serpente è tutt'altro che un uomo carismatico: appiccicaticcio), il secondo è validamente inutile per quanto ha seguito l'intera parabola dei picchiaduro tratti dal manga Jojo Bizzarre Adventure. A qualcuno sono pure piaciuti nevvero...
Indossano entrambi la medesima "jacchetto" griffata Monster Hunter Tri: sono sfigatissimi. Il traduttore ha un inglese impeccabile, è così suadente, ma rimane pur sempre uno stronzo anche lui.
Class dismissed: la cut scene metalgearsolidiana ha così termine e mettono in mano al pg un bizzarro videogame. Un videogame dentro un videogame? No More Heroes, Shenmue, Game Center CX, e altri lo hanno fatto. Capcom insomma ti fa partire in missione con altri quattro cacciatori e ti invita a uccidere questo pezzente di un dinosauro (che se non erro è stato trasferito da Pandora!), che carica e ricarica e ti sbatte più e più volte in infermeria insieme agli altri avventurieri. La prova inequivocabile che nel mondo di Monster Hunter non solo non sei mai solo, ma anche che con un cazzo di spadino puoi solo fare il solletico a sto bruttosauro.
Sessioni di cucina da campo vengono dappoi interrotte sistematicamente da altri dinosauracci del malaugurio e un altezzoso figlio del capo villaggio decide di metterti i bastoni tra le ruote con intricati cambi di controller (ma il Wii non doveva svecchiare i vecchi e barbosi pad a due stick? No perchè Monster Hunter Tri a volte pretende di usare in contemporanea il classic controller e il wiimote). Il pranzo con un panino, due croccantini felini e dei muffin salati sostanzia abbastanza. La rappresentanza femminile, checchè ne dica il russo, è copiosa e di gran lunga sopra la media. I cadeau si compongono di un manga, quel certo Monster Hunter Orage (Interessa?) destinato esclusivamente a far numero in libreria, e un poster miracolosamente scampato allle flessioni di borsa del Giovedì nero.
Per chi ha chiesto lumi: Monster Hunter Tri è interessante, interessantissimo, ma son sicuro che saprete pazientare...

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