domenica 21 febbraio 2010

Davide Van De Sfroos Show

"Gira il mondo, gira il disco"

E' un mondo strano quello di Davide Van De Sfroos, ma non ha nessuna remora a metterlo in scena a teatro e portarlo in giro per mezza Lombardia (Como, Bergamo, Brescia, Varese,...). In uno show che sappia coniugare "musica, territorio, immagini, parole", esperienze comuni e aperte divergenze. E' un uomo, prima di tutto, che ha un radicamento straordinario nel territorio, ma non ha nessuna intenzione a regredire culturalmente nella regione del laghi: la sua musica la porta in giro, la orna di splendide melodie, ricerca una poetica universale. "Da dove nascono le canzoni?" si domanda.
Legge Shakespeare e lo traduce in dialetto: la gente ride, sorride, ma, porca vacca, questa è una dichiarazione d'intenti. Alla frontiera con la Svizzera: "qualcosa da dichiarare?" "Guerra alla Svizzera" dice l'uomo distrutto. Lo fanno passare per pietà. Racconta di quel mister Gorsky che ebbe la sua dissacrante rivincita su Armstrong. Che fortuna che il figlio dei vicini camminò davvero sulla Luna...
Mette volentieri in gioco le sue convinzioni: ironizza sull' "arida sponda" del Ticino (mette in rap Marzo 1821 del Manzoni) e disvela la retorica dell'Addio Monti ("ma te devi andà a Munza..."). Parla con ingenuità, cerca, percorre, trova...
Ma dopo aver tanto parlato capisce che è ora finalmente di imbracciare la chitarra: e via a prendere la curiera, in un crescendo di sonorità ora blues ora (simil) islandesi, ora canta la ninna nanna al contrabbandiere, e non si ferma: la balera conclude di fatti il concerto. Ma la grande richiesta del pubblico lo esorta a suonare una canzone "il cui titolo è più o meno questo"...la ballata del cimino.
Immagini di ciò che siamo e di ciò che eravamo. E semm parti...

poscritto: non erano nè la festa a Pontida e nemmeno la sagra della polenta taragna, ma l'intellighenzia leghista era presente in massa. E così il terùn diventa "diversamente settentrionale" e giù a ridere in maniera fragorosa ed eccessiva. Porta il vocabolario D'Angelo-Bernasconi per comprendere quanto dice una napoletana. E giù a ridere...
Ma abbiamo capito: il dialetto, caro Davide, è solo l'inizio...

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